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Ucraina, un dissalatore per placare la sete della gente di Mykolaiv
La città è stata regolarmente colpita da missili russi, che non hanno risparmiato le case dei civili, e da bombe e grappolo. C’era e c’è bisogno di tutto: medicine, cibo, beni di prima necessità. Ma c’è una cosa che preoccupa più delle altre: la crisi idrica. Le ong che fanno parte di Aoi - cooperazione e solidarietà internazionale hanno partecipato alla raccolta fondi lanciata dalla rete Stop The War Now per fornire dissalatori a Mykolaiv
Mykolaiv, Sud dell'Ucraina. Capoluogo dell’omonimo Oblast, prima della guerra ci vivevano quasi 500mila persone. La città è stata regolarmente colpita da missili russi, che non hanno risparmiato le case dei civili, e da bombe e grappolo. Come non hanno risparmiato le infrastrutture: lo scorso 31 luglio, nella stessa giornata, sono caduti più di 40 missili. C’era e c’è bisogno di tutto: medicine, cibo, beni di prima necessità. Ma c’è una cosa che preoccupa più delle altre: la crisi idrica, la città è senz’acqua, o meglio la portata giornaliera di acqua potabile è di 1/7 rispetto ai bisogni. Così con alcune ong che fanno parte della rete di Aoi-cooperazione e solidarietà internazionale, tra cui Arcs con Arci solidarietà, Fondazione Rut e Focsiv, abbiamo partecipato alla raccolta fondi lanciata dalla rete Stop The War Now, di cui facciamo parte, per la fornitura di dissalatori nelle città che ne hanno più bisogno, come Mykolaiv. Grazie alle donazioni private e anche al contributo della Fondazione Con il Sud ricevuto da Arcs, sono stati installati i primi due dissalatori a Kiev, altri tre — con il supporto dei volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII, sono quelli attivati a Mykolaiv.
Ma l’emergenza continua perché mancano generatori in grado di alimentare continuativamente i dissalatori. Con Aoi ci siamo attivati fin dai primissimi giorni dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, siamo stati sui confini polacchi, romeni, moldavi. E ancora abbiamo fatto entrare beni di prima necessità nel Paese e poi ci siamo impegnati in Italia nell’accoglienza diffusa dei profughi.
Lo scorso 2 aprile abbiamo partecipato alla prima carovana di Stop The War Now a Leopoli trasportando in Italia centinaia di donne, minori, persone anziane fragili e con disabilità e patologie socio-sanitarie gravi. Ci siamo impegnati in azioni oltre a chiedere il cessate il fuoco partendo dalla ferma condanna dell’invasione della Russia, che sta provocando migliaia di morti tra i civili e devastazioni di città e regioni e vìola ripetutamente i diritti umani. Al tempo stesso, le organizzazioni socie di Aoi hanno chiesto e continuano a chiedere al governo di Kiev di rispettare le scelte di chi viene processato perché obiettore di coscienza. A un anno dall’inizio di questa guerra devastante, la solidarietà non può avere battute di arresto, insieme allo sforzo collettivo per trovare vie di pace. Occorre contrastare le morti e i pericoli generati da un inverno al freddo e alla fame sotto le bombe.
*Silvia Stilli, portavoce Aoi
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