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Ucraina, un anno di azione non violenta: ecco cosa è stato fatto

Il Mean, movimento europeo di azione non violenta, nato dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ripercorre l’anno che sta per concludersi. Sono stati mesi pienissimi di umanità: dalle distribuzioni di beni essenziali in tutto il Paese alla donazione del “Peace Village”, dai gemellaggi tra i comuni ucraini e quelli italiani fino a portare l'istituzione dei Corpi Civili di Pace sui banchi del Parlamento europeo. Tutte azioni che dimostrano una sola cosa: «La nonviolenza attiva», spiega Angelo Moretti, tra i portavoce del movimento, «può farsi strada in mezzo alla guerra, è uno strumento straordinario di dialogo»

di Anna Spena

Il Mean-Movimento Europeo di Azione Nonviolenta, è un progetto nato dai soggetti nazionali della società civile italiana con l’idea di tenere viva la forza trasformatrice della nonviolenza attiva dentro lo scenario del conflitto, non solo idealmente, ma concretamente, attraverso una mobilitazione di civili europei in Ucraina. 

È un movimento partito subito dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio del 2022 con la campagna di mobilitazione #abbraccioperlapace per promuovere l’apertura di tavoli di dialogo tra le comunità ucraine e russe presenti in Italia.

Un movimento che nei mesi è cresciuto grazie alle alleanze e al dialogo con le realtà della società civile ucraina, grazie alle tante missioni del Mean nel Paese, grazie anche a tutte le iniziative che si sono tenute in Italia, in Europa e nella stessa Ucraina per ribadire sempre lo stesso messaggio: può esiste una via diversa di risoluzione del conflitto in corso. 

«Il 2023», racconta Angelo Moretti, tra i portavoce del Mean, «è stato un anno certamente intenso per l’Ucraina e intenso per tante popolazioni del mondo che sono ancora vessate da guerre e che sono aggredite nella loro quotidianità, oltre che sui fronti di guerra. Ciò che sta succedendo in questi giorni è ancora drammatico. Vediamo bombardare le città, anche la stessa Leopoli, ai confini con la Polonia. Quella in Ucraina è una guerra su larga scala. Una guerra dove ogni ucraino continua a lottare per la sua libertà, la sua indipendenza e per riaffermare la sua volontà di appartenere al destino dell’Europa». 

Il 2023 è stato un anno pienissimo di umanità e di lavoro per il movimento: necessarie le distribuzioni di beni di prima necessità soprattutto per contrastare l’emergenza freddo fatte a Leopoli, Kiev e Charkiv nei mesi di gennaio e febbraio, gli stessi mesi dove è stata firmata la donazione del primo Peace Village a Brovary, un comune di 100mila abitanti, a poco più di un’ora e mezza di macchina dalla città di Chernihiv, nell’Ucraina settentrionale.

Il Peace Village, inaugurato poi a marzo di quest’anno, è composto da tre strutture di 100 mq collegate al centro da un braciere. La mano che ne ha tracciato la forma non è una mano qualunque, ma quella dell’architetto italiano di fama internazionale Mario Cucinella. Tre strutture che legate così insieme restituiscono un’immagine precisa: il segno della pace. Non è solo una casa, non è solo una struttura riscaldata, non è solo un luogo per la comunità. È la solidarietà che è diventata concreta, che oggi si può toccare. Il Peace Village è stato un messaggio di nonviolenza che gli attivisti hanno chiamato “stayership“, essere accanto, senza alcun giudizio o idea preconfezionata da impartire, ma solo una presenza che sta a significare: “non siete soli”.

Ad aprile una delegazione del Mean è riuscita ad avere un’interlocuzione a Strasburgo con l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e le politiche di sicurezza, Josep Borrell, per esporre le ragioni dell’urgenza e della necessità di istituire un Corpo Civile di Pace Europeo.

E ancora nello stesso mese il movimento ha organizzato gli incontri tra i sindaci dei comuni ucraini con quelli dei comuni italiani. A giugno si è tenuta a Roma una grande conferenza per promuovere i Corpi Civili di Pace Europei. E poi nei mesi di luglio e agosto sono stati organizzati campi estivi in Italia per le mamme e i bambini ucraini. E ancora il momento della preghiera interreligiosa per la fratellanza e la pace che si è tenuta ad ottobre a Kiev e Leopoli in collegamento con le piazze italiane.

A chiudere l’anno l’iniziativa che si è tenuta a dicembre alla Camera dove il Mean ha presentato il Manifesto per la costituzione dei Corpi Civili di Pace Europei con un piano di iniziative a supporto. E la richiesta al Governo italiano di farsi promotore dell’iniziativa in sede europea.

«Nel 2023 il Mean», continua Moretti, «ha seguito la stessa filosofia del 2022 che ha visto al centro del nostro lavoro le relazioni con la società civile ucraina. Continuiamo a ritenere che  la nonviolenza attiva sia uno strumento straordinario, ma soprattutto uno spirito che l’Europa deve recuperare nella capacità di costruire dei legami tra i popoli. Nell’ultimo anno abbiamo consegnato aiuti, un villaggio della pace a Brovary, lo scorso 15 ottobre abbiamo firmato un documento a Kiev per la restituzione dei corpi civili di pace, un documento firmato da membri del Parlamento europeo, di quello ucraino, della società civile, e di tutti i delegati del Mean. Abbiamo pregato insieme lo scorso 14 ottobre a Kiev, nella piazza di Santa Sofia, abbiamo consegnato tir e tir carichi di aiuti umanitari, abbiamo portato qui in Italia mamme e bambini per i summer camp. Tutte le nostre attività sono sempre legate da un filo rosso: l’idea che la non violenza attiva può farsi strada anche in mezzo alla guerra. E questo strumento di dialogo che oggi noi abbiamo scelto come società civile, domani dovrebbe essere scelto da tutta l’Europa. Nel 2024 speriamo che i Corpi Civili di Pace Europei diventino veramente realtà». 

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