Mondo

Ucraina, Misericordie in marcia per la pace

Anche la Confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia a Roma domani, alla manifestazione per la pace: «I mesi passano e non si può rimanere inerti».Alla mobilitazione, coordinata dalla Rete italiana pace e disarmo, anche una nutrita delegazione

di Giampaolo Cerri

Una marcia per dire si alla pace, chiedere la messa al bando delle armi nucleari ed esprimere vicinanza e solidarietà al popolo ucraino oltre che a tutte le vittime dei conflitti nel mondo. Si terrà a Roma sabato 5 novembre con un corteo che partirà da piazza della Repubblica per raggiungere piazza San Giovanni in Laterano e tra le realtà aderenti vi è anche la Confederazione nazionale delle Misericordie, con una nutrita delegazione.

La mobilitazione è coordinata infatti in particolare dalla Rete italiana pace e disarmo e guidata da Europe for Peace, coalizione di oltre 400 organizzazioni, associazioni, reti, sindacati e comunità, di cui Misericordie è parte, sotto la guida del presidente nazionale Domenico Giani e del direttore generale Gianluca Staderini.

«È la non violenza che ispira gli organizzatori all’evento, per i quali è necessario che gli Stati si adoperino per contrastare la minaccia del nucleare e per risolvere la crisi generata dal conflitto in Ucraina attraverso i negoziati», spiega una nota.

«I mesi passano, e non si può rimanere inerti di fronte in special modo a un conflitto, quello in Ucraina, generatore di tanti morti e devastazione», spiega Giani, «negli ultimi otto mesi, ci dice un monitoraggio dell’Onu, sono stati uccisi oltre 6.370 civili e quasi 9.780 sono stati invece feriti. Per questo motivo, ci uniamo alla richiesta della Rete italiana pace e disarmo indirizzata al Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, di convocare subito una Conferenza internazionale per la pace. Chiediamo solidarietà sociale, contrasto alle povertà, alle diseguaglianze. È su questo che come realtà pienamente inserita in un contesto internazionale vogliamo lavorare e investire. Diciamo invece no alle armi nucleari, alle violenze, a tutto ciò che di umano non ha nulla. Il nostro appello si estende dall’Ucraina a tutti i conflitti nel mondo, nei quali è grave il rischio di destabilizzazione internazionale e a pagare rischiano di essere maggiormente i poveri e i fragili. Perché le Misericordie per loro missione sono vicine al prossimo, specie a chi è più in difficoltà».

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