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Soccorso internazionale

Ucraina, le Misericordie, le piccole vittime, l’ora della pace

A Kiev, la delegazione della Misericordie d'Italia incontra la commissione parlamentare per i Diritti umani. Si parla del dramma dei minori uccisi, feriti, violentati. Il presidente Giani: «Numeri che gridano "pace"»

di Giampaolo Cerri

Si sta occupando anche di minori la missione della delegazione di Misericordie d’Italia in corso in Ucraina, sotto la guida del presidente, Domenico Giani. E non poteva essere diversamente, visto l’impegno della storica associazione di volontariato nell’accoglienza di bambini profughi di guerra, soprattutto nei primi mesi di conflitto.

Molte infatti sono le giovanissime vittime dell’invasione russa, come ricorda una nota della Confederazione che arriva dalla capitale ucraina Kiev: «Come e più degli adulti», si può leggere, «con conseguenze indelebili sotto il profilo psicologico, oltre che fisico. Sono 482 i bimbi ucraini uccisi nel conflitto con la Russia, 984 quelli colpiti in seguito all’aggressione armata in Ucraina, 17 quelli che hanno necessitato fino ad ora di protesi agli arti inferiori e superiori per provare a dare loro una parvenza di vita normale. Oltre tremila, a parte le tantissime abitazioni, le scuole e le istituzioni educative che sono state bombardate dai missili».

Per non parlare, prosegue al Confederazione, «dei 13 minori vittime di violenza sessuale legata al conflitto, un’altra atrocità legata alla guerra, e di oltre un milione (dato di maggio 2023) di sfollati interni, oltre a quelli che sono fuggiti all’estero, con conseguenze legate all’apprendimento scolastico in un’altra lingua».

Di questo si è parlato a Kiev in un incontro della delegazione delle Misericordie con la commissione parlamentare per i Diritti umani, nel quale è stato presentato un opuscolo sul tema, alla presenza di Dmytro Lubinets, commissario per i Diritti umani del Parlamento ucraino.

«Dopo quasi un anno e mezzo dall’inizio del conflitto», dice il presidente delle Misericordie Domenico Giani, «questi numeri “gridano” che è ora della pace. Di una pace che sia duratura, nel segno del rispetto dei diritti umani. Noi, che abbiamo ospitato come Misericordie dei minori ucraini all’inizio del conflitto e abbiamo guardato in faccia insieme a loro l’orrore della guerra provando ad alleviarlo»

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