Guerre

Ucraina, due anni di guerra e di emergenza educativa

Nel conflitto russo-ucraino scoppiato all’alba del 24 febbraio 2022 insieme ad abitazioni e scuole a essere spazzata via è stata anche l'istruzione. Solo un terzo dei bambini frequenta le lezioni. Sos Villaggi dei Bambini ha realizzato un progetto nazionale in Italia per il supporto all’istruzione formale e informale di rifugiati ucraini. Mentre a livello europeo cinque organizzazioni nazionali di Sos Villaggi dei bambini stanno portando avanti progetti di formazione per interventi su salute mentale e aiuto psicosociale

di Antonietta Nembri

All’alba del 24 febbraio del 2022 la Russia ha invaso l’Ucraina e per il popolo ucraino iniziava un conflitto che ha portato oggi a due anni di paure, di sogni dimenticati, di istruzione spazzata via insieme ad abitazioni e scuole e una situazione di continua emergenza.

Quasi 8 milioni di persone sono fuggite dall’Ucraina in cerca di sicurezza (dati dell’Unhcr) mentre Sos Villaggi dei Bambini non solo ha mantenuto i Programmi di sostegno familiare e supporto alle famiglie affidatarie all’interno del Paese, ma ha dato il via a una serie di Programmi di risposta all’emergenza nei Paesi confinanti e in Italia. Se nelle prime fasi dell’emergenza – ricorda una nota -, è stato fondamentale garantire il trasferimento al sicuro e il supporto per le famiglie sfollate col protrarsi dello stato di emergenza è stato necessario fornire una risposta più strutturata.  

L’emergenza educativa

Secondo i dati dell’Unicef nelle zone di frontiera, tre quarti dei genitori dichiarano di non mandare i propri figli alla scuola materna e solo la metà dei bambini rifugiati è stata iscritta nelle scuole dei Paesi ospitanti per l’anno 2022-2023 (dati dell’Unhcr). Una vera e propria emergenza educativa a cui l’organizzazione ha  risposto con due interventi, uno nazionale e uno europeo, entrambi volti a fornire tutto l’aiuto possibile alle famiglie e ai bambini vulnerabili, per mitigare l’impatto negativo della guerra e non far subire ulteriormente a bambini e ragazzi la difficile situazione dell’educazione in emergenza, nata con il conflitto. 

In questa situazione di guerra ed emergenza, infatti, a rischio insieme alla loro vita – sottolinea una nota di Sos Villaggi dei Bambini – è anche la loro istruzione. Fondamentale quindi intervenire per far sì che l’educazione rimanga sempre uno strumento vitale. Basti pensare che quando si chiede ai bambini e ai genitori che vivono in situazioni di emergenza e di crisi di che cosa hanno più bisogno, la maggior parte mette al primo posto l’istruzione.

Durante un’emergenza, che sia un conflitto o una pandemia – si osserva -, i diritti dei bambini e dei giovani, come quello all’istruzione, non possono essere ignorati. Deve essere garantita un’educazione di qualità, che possa offrire un senso di speranza e che protegga il loro sviluppo cognitivo e sostenga il loro benessere psicosociale.

Il progetto nazionale

Durante il conflitto in Ucraina, centinaia di scuole sono state attaccate o utilizzate per scopi militari, mentre altre sono state messe a disposizione come rifugi per i civili. Per questo Sos Villaggi dei Bambini ha avviato diverse attività di supporto all’istruzione formale e informale, compreso l’insegnamento della lingua ucraina in modo tale che i bambini potessero continuare a nutrire le loro radici. 

Ad oggi, infatti, sono 1.220 i rifugiati ucraini presenti in Italia (minorenni, Msna e madri single) che hanno potuto beneficiare del sostegno dell’organizzazione a Trento, Trieste, Mantova, Milano, Palermo e in due Villaggi Sos (Vicenza e Ostuni), con un progetto avviato a giugno 2022, che sostiene i rifugiati ucraini accolti in Italia.


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Il progetto vuole contribuire al benessere multidimensionale dei rifugiati e dei richiedenti asilo attraverso la protezione, servizi di salute mentale e sostegno psicosociale, l’empowerment delle donne e della comunità, la formazione del personale sul supporto psicosociale e sugli strumenti di advocacy. 

Gli interventi psicosociali

Allo stesso tempo, sono state realizzate attività ricreative e proposti interventi di carattere psicosociale basati sul movimento e sul gioco (TeamUp), con l’obiettivo di alleviare lo stress sperimentato da bambini e ragazzi ucraini e dai loro caregiver. Nei mesi di giugno e agosto 2022 e 2023 sono state ospitate 361 persone (223 minorenni e 138 adulti) nel Sos Summer Camp di Caldonazzo (Tn) per un periodo di vacanza e supporto psicosociale in un contesto ospitale e accogliente.

Il podcast

L’impegno di Sos Villaggi dei Bambini nella città di Trento e Mantova, le storie di accoglienza, speranza, cambiamento che solo l’impegno, l’aiuto reciproco e la solidarietà sono capaci di tessere, hanno dato vita anche al podcast “Insieme, Italia e Ucraina”.
Curato da Stefano Leszcynski e realizzato in collaborazione con alcune realtà associative locali, il progetto racconta gli sforzi e le fatiche delle comunità della diaspora ucraina per dare assistenza e ospitalità ai parenti, amici e conoscenti costretti a lasciare il loro Paese per fuggire dal conflitto.

È a questo punto che l’incontro tra le associazioni della diaspora e la Rete Sos Villaggi dei Bambini è diventata determinante: l’organizzazione si è impegnata a sostenere finanziariamente e con expertise tecnica le associazioni, che hanno così potuto migliorare ancora di più l’integrazione socio-economica e il benessere psicosociale di donne e bambini ucraini. A oggi, sono state realizzate nove formazioni, con 208 membri del personale formati

Per questo il progetto lascia un’importante eredità, in termini di conoscenze, esperienza e buone pratiche a favore delle associazioni coinvolte localmente, ma anche una testimonianza di chi aiuta e di chi dopo le difficoltà prova a ricostruire una vita lontana dalle bombe. Per ascoltare i primi episodi del podcast clicca qui

L’intervento europeo 

Il secondo progetto, che ha preso avvio a settembre 2022 e che prevede una durata di 24 mesi, offre formazione, assistenza tecnica e supporto operativo a 5 organizzazioni nazionali di Sos Villaggi dei Bambini impegnate nella risposta al conflitto (Ucraina, Polonia, Romania, Lettonia, Ungheria) con l’obiettivo di assicurare che gli interventi di salute mentale e di supporto psicosociale messe da loro in campo siano strutturate correttamente. 

Nel 2023, Sos Villaggi dei Bambini ha condotto diverse iniziative di formazione, dotando i colleghi di varie regioni, di competenze e conoscenze essenziali per migliorare le loro capacità nell’ambito del Mental health and psychosocial support – Mhpss. Ad oggi, sono state coinvolte 116 persone, tra psicologi, pedagogisti e assistenti sociali (dati a gennaio 2024). 

Sempre sulla scena europea l’organizzazione ha partecipato ai lavori dell’Alliance Baukultur tenutasi a Davos in Svizzera, in concomitanza con il World Economic Forum, dal 15 al 19 gennaio, per discutere su come giungere a una cultura della costruzione di qualità in Europa. All’incontro, in rappresentanza di Sos Villaggi dei Bambini ha partecipato Yevgeniya Rzayeva, responsabile del progetto del team di supporto per l’Ucraina.

Servono luoghi sicuri per i minori

«I conflitti espongono a una dimensione di stress cronico, di paura, sottraggono il futuro alle bambine e bambini che possono avere ricadute importanti sulla qualità della loro salute mentale», spiega Emanuele Caroppo psichiatra, psicoanalista e coordinatore del Comitato Scientifico di Sos Villaggi dei Bambini. «In condizioni avverse come le guerre, vengono infrante le possibilità di sognare il domani e imparare come si costruisce passo dopo passo il percorso per raggiungere il proprio futuro. È importante attivarsi subito per evitare che le situazioni di crisi come la guerra, una calamità naturale o la stessa pandemia, lascino cicatrici indelebili segnando il destino dei più piccoli conducendoli verso la strada della deumanizzazione».

«Servono luoghi sicuri e programmi di supporto» conclude Caroppo. «Per questo all’interno delle strutture di Sos Villaggi dei Bambini è attivo un network di ascolto psicologico, con l’obiettivo, non di cercare la malattia, ma di creare ambienti dove ogni bambino possa essere aiutato a tirar fuori le proprie emozioni, anche attraverso il disegno, per battere sul tempo il disagio psicologico prima che si manifesti».

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Nella foto in apertura bambini ucraini ospiti in un Villaggio Sos – Tutte le immagini sono da Ufficio stampa

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