«Dalla caduta di Ben Ali, i telespettatori tunisini guardano soltanto Al Jazeera. Le televisioni locali sono ignorate, mentre l’audience dei canali stranieri sfiora lo 0%. Ma il danno più grande lo hanno subìto sono i media sociali come Facebook e Twitter, ormai sprofondati nell’oblìo». È il commento amaro del giornalista e scrittore tunisino Taoufik Ben Brik sulle pagine del sito d’informazione Slateafrique.com.
Il 1° marzo, la Cnn del mondo arabo ha siglato un accordo con l’operatore satellitare europeo Eutelsat che le consentirà di lanciare dieci nuovi canali televisivi e coprire un’area geografica vastissima, che va dal Maghreb sino alla Nigeria. Ma davvero il canale finanziato dal Qatar farà da padre-padrone in Africa? Se si analizzano in dettaglio i dati sull’audience in Tunisia, la risposta è no. Secondo l’ultimo sondaggio effettuato dall’agenzia Sigma Conseil, in febbraio Al Jazeera è rimasta inchiodata al quinto posto nella classifica dei canali televisivi più visti dai tunisini, con appena il 6,6% dello share. Come al solito, il canale nazionale pubblico Al Watanya è rimasto al primo posto (37,9%), seguito da Hannibal TV (15,5%), MCB 4 (10,1%) e Ettounsia (7,1%). «Al Jazeera è un canale rispettato dai cittadini tunisini, soprattutto tra le élite urbane», sottolinea il direttore di Sigma Conseil, Hassen Zargouni. «Ma una fetta importante della popolazione è convinta che questo canale spinge di nascosto l’agenda politica del Qatar, grande sostenitore del partito islamista Ennahda».
E i giovani che compongono il 60% della popolazione tunisina, che cosa guardano? «Principalmente soap-opera e film d’azione, attraverso il canale panarabo MBC gestito da sauditi», sostiene Zargouni. «Ma la gioventù è anche molto appassionata di politica, e in questo caso si affida a Facebook». Con oltre 2,8 milioni di conti registrati, «è il media sociale più seguito in Tunisia, al punto da diventare un serio concorrente per i canali televisivi».
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