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Tutu si ritira dalla vita pubblica

Il Nobel per la pace Sudafricano ha 79 anni

di Emanuela Citterio

Si ritira a vita privata, con l’adorata moglie Leah. Desmond Tutu, arcivescovo sudafricano premio nobel per la pace e simbolo insieme a Mandela della vittoria contro la segregazione razziale, ha ballato, cantato, suonato, esultato durante i Mondiali di calcio che quest’anno si sono svolti in Sudafrica. Oggi, giorno nel quale compie 79 anni, ha detto basta alla vita pubblica, come aveva annunciato alla fine della World Cup 2010.

Non lo lasceranno in pace. A troppi mancherà il suo sferzante umorismo e la straordinaria capacità di sintetizzare con una frase, una parola, il sentire di un’intera nazione, uscita da soli 16 anni dall’apartheid. “Nazione arcobaleno”, il nome con il quale oggi viene chiamato il Sudafrica, è una sua invenzione. E’ entrato nella coscienza nazionale per descrivere la diversità etnica del Paese risorto con Mandela dopo il ‘94, ma continua a essere anche una sfida, un programma per il futuro, un laboratorio al quale il mondo guarda con interesse.

Negli anni Settanta Tutu definiva il Sudafrica della grande rivolta nera “un barile di polvere da sparo che poteva esplodere in qualsiasi momento”. Lo scrisse al primo ministro Vorster, uno dei principali fautori del regime dell’apartheid, senza ottenere nessuna risposta. 

Nato il 7 ottobre 1931 a Klerksdorp, a un’ora di distanza da Johannesburg, Desmond Tutu ha sofferto da bambino di poliomielite. Segnato da questa esperienza, il piccolo Tutu sognava di diventare medico, ma la sua famiglia non aveva i mezzi per pagare i suoi studi. Diventò allora professore, ma poi di dimise in segno di protesta contro l’istruzione di qualità inferiore riservata ai neri, e decise di entrare in seminario.

Ordinato sacerdote a 30 anni nella Chiesa anglicana, Tutu ha studiato e insegnato nel Regno Unito e in Lesotho prima di stabilirsi a Johannesburg, nel 1975. In prima linea sulla scena anti-apartheid, Tutu è stato più volte preso di mira dal regime, ma l’abito talare lo ha salvato. Nel 1986, fu nominato arcivescovo, diventando il primo nero alla testa della chiesa anglicana sudafricana. Dal 1955 è sposato a Leah, con cui ha avuto quattro figli.

«Invece di invecchiare con grazia, a casa con la mia famiglia leggendo, pregando e pensando, ho speso troppo del mio tempo negli aeroporti e negli hotel» ha detto Tutu lo scorso luglio, quando già annunciava il suo ritiro. «Ora è venuto il tempo di rallentare, di sorseggiare il tè di rooibos con la mia amata moglie nei pomeriggi, di guardare il cricket, di viaggiare per visitare i miei figli e i miei nipoi, piuttosto che per andare a conferenze e conventions nei campus universitari».

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