Salute

Tutu: basta con l’ossessione per i gay

L'arcivescovo sudafricano protagonista della riconciliazione post-apartheid ha richiamato la chiesa anglicana a "temi più pressanti".

di Emanuela Citterio

La chiesa aglicana deve smetterla di parlare solo del problema dei preti gay e dei matrimoni fra persone dello stesso sesso. Ci sono altri temi su cui dovrebbe concentrare l’attenzione. Desmond Tutu, l’arcivescovo di Cape Town (Sudafrica) protagonista della riconciliazione post-apartheid ne ha citati almeno tre: il Darfur, la diffusione a macchia d’olio dell’Aids e la corruzione.

Parlando con la Bbc il 76enne arcivescovo premio nobel per la pace ha detto che la chiesa a cui appartiene, quella aglicana, non fa altro che parlare del problema dei preti gay e dei matrimoni fra persone dello stesso sesso. “E’ diventata una specie di ossessione” ha detto, e intanto “Roma brucia”: l’Aids continua a diffondersi, la corruzione non è combattutta. Un’ossessione che, secondo Tutu, oscura crisi ben più gravi come quella in Zimbabwe, con l’autarchia dittatoriale del presidente Mugabe che ha portato il Paese al collasso, e quella del Darfur, la regione sudanese dove la guerra civile ha causato secondo le stime dell’Onu oltre 300mila morti in quattro anni.

Tutu ha criticato la chiesa anglicana in Zimbabwe per non aver parlato con abbastanza coraggio di fronte alla dittatura e alla gestione disastrosa di Mugabe. “Non c’è stato quell’alzarsi in piedi e opporsi al male esercitando il ministero profetico che uno si aspetterebbe dalla chiesa, e questo è stato molto scoraggiante”.


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