Leggi
Tutto sulle pensioni integrative
Se al momento il rapporto tra pensionati e lavoratori attivi è di uno a quattro, entro il 2040 sarà solo di uno a due
Se al momento il rapporto tra pensionati e lavoratori attivi (che contribuiscono ai sistemi previdenziali) è di uno a quattro, entro il 2040 sarà solo di uno a due. Parte da questa allarmante previsione il libro verde sulle pensioni integrative nel mercato unico adottato nel mese di giugno dalla Commissione europea.
Il documento – che apre il dibattito a livello europeo – analizza il contesto sociale, economico e finanziario in cui si calano gli attuali sistemi pensionistici nazionali e il ruolo che il mercato unico dei fondi di investimento può svolgere per promuovere il ricorso a forme pensionistiche integrative.
Fermo restando, ci tiene a sottolineare la Commissione per pararsi da eventuali accuse di invadenza, che compete ai singoli Stati di decidere gli equilibri e le proporzioni tra i diversi schemi pensionistici (pubblici e privati), mentre resta alla Comunità un ruolo di coordinamento sovranazionale e impulso. Il capitolo centrale del Libro verde riguarda la redditività dei fondi pensione e i possibili interventi per migliorarla dal punto di vista dei lavoratori e dei datori piuttosto che da quello degli operatori del settore finanziario.
La strada indicata da Bruxelles prevede l?introduzione di una maggiore libertà di movimento e flessibilità per i gestori dei fondi pensione nelle decisioni di investimento. Le autorità pubbliche, gli operatori privati e gli altri interessati potranno spedire i loro commenti alla Commissione entro la fine dell?anno.
Èstata approvata a maggioranza qualificata dal Consiglio dei ministri dei trasporti dell?Unione europea nella riunione del 17 e 18 giugno scorso la direttiva che proroga per l?ottava volta, fino al 2001, l?attuale sistema dell?ora legale in base al quale l?ultima domenica di marzo le lancette degli orologi di tutti i paesi dell?Unione vengono spostate un?ora indietro per poi essere riportate in avanti l?ultima domenica di ottobre.
La direttiva rischiava di non arrivare in porto a causa della tenace opposizione della Francia (unico paese astenutosi in sede di votazione finale in seno al Consiglio, che infatti non ha raggiunto l?unanimità) da tempo convinta sostenitrice dell?abbandono dell?ora legale soprattutto per motivi legati all?ordinato svolgimento delle attività agricole.
La Commissione europea si è già impegnata a presentare entro il giugno del 1999 uno studio sugli effetti del cambiamento dell?ora sulla salute, l?ambiente e le attività agricole.
La commissione europea ha dichiarato guerra ai pirati della strada e ha adottato una comunicazione nella quale spiega qual è la sua nuova strategia per combattere gli incidenti stradali in Europa da qui al 2001.
Sono tre le linee di intervento individuate dall?esecutivo di Bruxelles: la raccolta e lo scambio di informazioni e dati statistici tra gli Stati membri; la prevenzione (da attuarsi sia attraverso l?armonizzazione delle legislazioni nazionali sul ritiro delle patenti e sui tassi alcolici del sangue sia attraverso il sostegno all?applicazione della telematica per la gestione della circolazione e l?organizzazione di controlli più stringenti sui tempi di guida dei conducenti di veicoli pesanti; riduzione delle conseguenze degli incidenti (obbligo cinture di sicurezza, aumento della resistenza agli urti dei veicoli, miglioramento delle infrastrutture stradali).
Se verrà attuata con serietà ed efficacia da tutti gli Stati membri dell?Unione, la nuova strategia sugli incidenti messa a punto dalla Commissione europea potrebbe salvare la vita ad almeno 18.000 persone da qui al 2010.
Vale la pena di ricordare, al proposito, che nell?Unione europea – senza contare gli innumerevoli feriti – ogni anno muoiono in incidenti stradali circa 45.000 persone, in maggioranza giovani tra i 15 e i 24 anni.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.