Sostenibilità
Tutto pronto per il summit, si comincia con le Ong
Dal 15 giugno al via la "cupola dos povos", "controvertice" della società civile
di Redazione
L’immagine finale di Rio 92 è quella dei delegati intenti a mettere le loro firme sul muro davanti alla sede della conferenza, a testimonianza dell’impegno di rendere la Terra una casa sicura ed accogliente. A venti anni di distanza non stupisce più di tanto che gli obiettivi siano stati ampiamenti mancati. Ora il vertice del prossimo 20 giugno si apre con nuove e più robuste aspettative.
Prima del vertice dei capi di Stato del 20 e 22, ci sarà una riunione del comitato preparatorio, che si terrà dal 13 al 15 giugno ed un ‘summit’ del popolo, a cui parteciperanno le Organizzazioni non governative che si terrà dal 15 al 20 giugno. Un grande evento di riflessione e mobilitazione, con l’obiettivo di costruire il campo di forze sociali impegnate, con le loro differenze, affinché dalla crisi causata dal capitale finanziario si esca con una società e una economia nuova e diversa, fondata sulla giustizia sociale, ambientale, sui beni comuni e sui diritti.
All’appuntamento è prevista la presenza di 190 delegazioni, 50.000 il numero totale dei partecipanti. Il focus del vertice è concentrato sulle economie emergenti ed i Paesi in via di sviluppo. Brasile Russia, India e Cina saranno rappresentate dai leader nazionali, in ordine sparso l’Europa, con Francia e Spagna rappresentate al più alto livello mentre la Gran Bretagna manderà il vice primo ministro Nick Clegg e il segretario all’Ambiente Caroline Spelman, per l’Italia è prevista la presenza del ministro dell’Ambiente Corrado Clini. Non saranno presenti, a meno di cambiamenti di programma dell’ultimo minuto, il Presidente degli Stati Uniti Barak Obama e la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Il vertice precedente aveva avuto come punto di riferimento il cambiamento climatico e la biodiversità ora, quello che è certo, è che non ci saranno trattati vincolanti ma piuttosto un accordo su dei principi condivisi per avviare un processo che definisca l’essenza della sostenibilità.
Il Guardian, nei giorni scorsi, ha pubblicato il documento che le Nazioni Unite chiedono ai leader mondiali di firmare al vertice.
Nel frattempo il mondo continua a stare peggio: secondo il più recente rapporto del Living Planet del WWF la domanda globale di risorse è raddoppiata dal 1996 ed ora è del 50% superiore alla capacità rigenerativa del pianeta. Nel frattempo negli ultimi 20 anni le emissioni di carbonio sono aumentate del 40%, la perdita di biodiversità cresce ed una persona su sei è sottonutrita. Entro il 2050 la popolazione arriverà a 9 miliardi di individui e la pressione dei Paesi in via di sviluppo e del Terzo Mondo si farà sempre più forte.
“Le decisioni che saranno prese a Rio definiranno l’agenda globale della sostenibilità e dell’ambiente per il prossimo decennio e anche oltre”, spiega il WWF in una nota. “Il summit è un’occasione per i leader di tutto il mondo di impegnarsi a dare un futuro sostenibile ed equo alle generazioni a venire, mettendo al centro delle priorità il benessere del pianeta e degli esseri umani.”
“Negli ultimi anni abbiamo visto come la cattiva gestione del capitale finanziario mondiale abbia causato il caos nella società, ma stiamo trattando il capitale naturale della Terra in modo ancora più pericoloso e ci troviamo ormai in una situazione di grave deficit ecologico – ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile policy Clima e Energia del WWF Italia, che sarà a Rio per seguire i negoziati – Rio+20 dovrà impostare un nuovo corso per l’economia globale, mettendo al centro il capitale naturale, che costituisce la base per soddisfare le esigenze alimentari, idriche ed energetiche del futuro per tutta l’umanità.”
“CIBO, ACQUA, ENERGIA PER TUTTI. PER SEMPRE”: LE RICHIESTE DEL WWF
Al centro delle discussioni a Rio ci sarà la necessità di affrontare le interconnessioni tra cibo, acqua ed energia, i tre temi a cui il WWF nei mesi scorsi ha dedicato la propria road map di avvicinamento al summit “Food, Water, Energy for all. For ever”. Nonostante alcuni progressi dal Summit della Terra nel 1992, le minacce ambientali stanno superando di gran lunga le soluzioni. Il Living Planet Report 2012 del WWF dimostra che stiamo già facendo un uso eccessivo delle risorse del nostro pianeta, di gran lunga superiore alle loro capacità rigenerative, e che le nazioni devono reagire immediatamente per ridurre i propri consumi, che causano una pressione ormai insostenibile per i sistemi naturali del pianeta.
Le risorse primarie non sono disponibili per gran parte della popolazione mondiale. Circa 0,9 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua e 2,6 miliardi non hanno accesso ai servizi igienici e all’ acqua potabile, quasi 1 miliardo sono denutriti e 1,5 miliardi non hanno accesso alle moderne fonti di energia. Le richieste di cibo, acqua ed energia continuano ad aumentare mentre i cambiamenti climatici e la crescita della popolazione prendono il sopravvento.
“Per affrontare le sfide per la conservazione del capitale naturale della Terra – la ricchezza della sua biodiversità e degli ecosistemi – ha dichiarato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia – per anni, le organizzazioni, i governi e le imprese si sono occupate di cibo, acqua e sicurezza energetica come questioni separate tra loro. Ma se vogliamo dare l’accesso a queste risorse primarie a tutti e un’adeguata sicurezza per cibo, acqua ed energia, abbiamo bisogno di adottare un approccio integrato ed avviare una nuova impostazione economica che metta al centro il capitale naturale, senza il quale non possono esservi sviluppo, economia e benessere”.
I legami tra cibo, acqua ed energia sono molteplici. Per coltivare il cibo necessario per sfamare le persone c’è bisogno di energia e acqua. Per fornire alcune forme di energia c’è bisogno di acqua, e per rendere l’acqua sicura per il consumo c’è bisogno di energia per la depurazione e poi per la distribuzione. Il cambiamento climatico – causato dal nostro uso insostenibile di combustibili fossili e dalla deforestazione – colpisce la produzione alimentare e la disponibilità di acqua. Il WWF indica come priorità la necessità di una migliore gestione delle risorse naturali del Pianeta, tra cui la protezione dei sistemi d’acqua dolce, una riduzione dei rifiuti nella produzione, l’equa distribuzione di alimenti e un uso più consapevole delle risorse come l’acqua e il suolo. C’è bisogno di un significativo impegno politico e il desiderio reale di una nuova impostazione dell’economia che consenta di effettuare questa trasformazione.
In particolare, il WWF chiede l’accesso alla sicurezza alimentare, all’ acqua e all’ energia per tutti entro il 2030, con obiettivi ambiziosi sostenuti da considerazioni sociali, economiche e ambientali, che dovrebbero includere:
- L’accesso equo e sicuro per tutti all’approvvigionamento alimentare
- Politiche di maggiori investimenti in materia di agricoltura sostenibile e cibo
- Un’equa gestione dell’acqua dolce e degli ecosistemi connessi
- Possibilità di accesso equo all’acqua potabile e a servizi igienici adeguati
Servono misure politiche volte a garantire un accesso sostenibile all’energia per tutti entro il 2030, tra cui almeno il 40% di energia sostenibile da fonti rinnovabili nel mix energetico globale sempre entro il 2030, e le energie rinnovabili per coloro che vivono in povertà energetica.
Occorre un intervento urgente per proteggere il nostro pianeta e fornire una visione e un piano credibile per un futuro sostenibile. Da Rio+20 deve nascere un accordo forte e ambizioso con obiettivi, e un calendario di target e impegni per raggiungerli, precisi e definiti.
“Siamo in grado di costruire un futuro prospero per le persone e il nostro Pianeta, ma solo se ognuno di noi farà la propria parte: i leader politici e i capi di stato, gli amministratori delle istituzioni locali, gli amministratori delegati delle imprese e tutti i cittadini e i consumatori – ha concluso Mariagrazia Midulla, Responsabile Policy Clima ed Energia del WWF Italia – A Rio +20, speriamo che i leader mondiali si uniscano in un impegno condiviso per condurre il pianeta su di una nuova strada. E li invitiamo a unirsi in coalizioni per trovare il giusto modo di portare i concetti e la pratica della sostenibilità nei loro stati, nelle industrie, nelle città e nelle vite di noi tutti”.
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