“Mestieri”, termine che a prima vista sembra quasi obsoleto. Una parola del passato se pensiamo a quando i nostri nonni ci raccontavano, o ci raccontano ancora, le loro storie ed esperienze sull’ “imparare un’arte e trovarsi un mestiere”. Per quanto era difficile, prima o poi, un mestiere lo si trovava, oppure lo si inventava. Oppure ancora “mestieri” rimanda la mia mente ai romanzi storici che studiavo al liceo; ai Malavoglia, a I Promessi Sposi, a Piccolo Mondo Antico.
C’è un posto però dove la parola “Mestieri” non è mai antica e obsoleta. Un luogo in cui si va oltre al significato etimologico di questo termine. Nella Rete CGM, “Mestieri” vuol dire molto di più; vuol dire incrocio tra domanda e offerta, inserimento lavorativo per categorie fragili, e non solo, vuol dire speranza, sviluppo e vuol dire nuovi percorsi e auto imprenditorialità. Queste sono, infatti, le linee guida che indirizzano l’attività quotidiana del consorzio Mestieri , la prima agenzia nazionale per il lavoro per il terzo settore.
Più di trenta, gli sportelli sul territorio italiano a oggi, da Milano a Como, da Napoli a Torino, da Ragusa a Forlì, che si occupano di ascoltare, valorizzare, incrociare, valutare e mettere in moto le energie e sinergie. E’ qui che si rivolgono gli spiriti intraprendenti che sanno bene che l’ingresso o il re-ingresso nel mercato del lavoro non può essere un’attesa passiva di una chiamata o una conseguenza più o meno scontata di avere il proprio nome scritto in un database. Grazie a quest’ idea, il 25% delle persone che si rivolgono a Mestieri trova posto in un’azienda, per un tirocinio oppure per un incarico lavorativo a 360°.
Parallelamente a questa attività, i facilitatori sociali, insistono nella formazione e nell’ orientamento di quell’ altra percentuale che ancora non trova una giusta collocazione. Le ragazze e ragazzi di Mestieri si impegnano a indicare una strada che possa rappresentare un rimedio a un’emorragia dal mondo del lavoro che riguarda sempre più persone e sempre più famiglie, allargando in maniera preoccupante quel concetto di fragilità e di svantaggio che non si può più limitare alle tradizionali categorie come disabili psichici e fisici, tossicodipendenti e detenuti.
Dal 24 giugno è attivo un nuovo sportello a Matera, uno degli hub più innovativi della rete CGM, basti pensare a Panecotto e ai tanti progetti del consorzio La Città Essenziale. Lo sportello lucano è frutto dell’ evoluzione dell’esperienza di Informagiovani portata avanti da anni dalla cooperativa Il Sicomoro e oggi inserita in una rete nazionale. Lo sportello nasce con l’obiettivo di facilitare la ricerca di lavoro di giovani disoccupati, soggetti svantaggiati e immigrati, valorizzandone gli orientamenti e le specificità.
Come acutamente osservato da Michele Plati, presidente della cooperativa Il Sicomoro, “un’agenzia non può creare da subito e dal nulla un lavoro in un posto dove il lavoro non c’è. Però può trovare nuove forme e nuove formule dal basso per creare le occasioni, per favorire l’auto imprenditorialità, dando vita a una realtà attiva, attivante e attenta a non vendere illusioni, dialogando quotidianamente con le istituzioni, affinché l’ambiente in cui agire sia sempre favorevole.”
Mestieri è una realtà in continuo movimento. Per soddisfare i bisogni dei cittadini e dei futuri e attuali lavorati e per sopravvivere nella giungla quotidiana, non può restare fermo dove è. Ha bisogno di svilupparsi per creare sviluppo. Sono in atto molti cambiamenti…stay tuned!
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