Missione di monitoraggio

Gli occhi dell’Arci sulle rotte invisibili del Mediterraneo

Una barca a vela messa in mare dall'Arci e dal Circolo Sailingfor Blue LAB sta navigando verso sud da Lampedusa per monitorare la frontiera marittima più pericolosa. «Siamo marinai e marinaie a cui il mare ha salvato la vita e non possiamo accettare che ad altri la vita la stia togliendo»

di Redazione

Testimoniare ciò che accade lungo le rotte invisibili e pericolose nel Mediterraneo centrale e documentare il lavoro delle organizzazioni di soccorso attive in mare. È l’obiettivo i Tutti gli occhi sul Mediterraneo“, il progetto di Arci che, insieme al circolo navigante Sailingfor Blue LAB, mette in mare una missione di monitoraggio a bordo di una barca a vela. La flotta civile è in partenza oggi da Lampedusa, facendo rotta verso la frontiera marittima più letale al mondo.

Il Circolo Sailingfor Blue LAB è un laboratorio navigante che, attraverso la navigazione a vela nel Mediterraneo, promuove e ospita a bordo progetti di innovazione sociale, sostegno ai diritti umani, tutela dell’ambiente marino, citizen science e ricerca scientifica. Ha dato vita al progetto “Tutti gli occhi sul Mediterraneo” di cui fanno parte persone da sempre legate al mare. «Molti di noi hanno esperienza di attività search and rescue», spiega Maso Notarianni, capo missione. «Con navi di soccorso di diverse organizzazioni, tutti abbiamo lavorato in mare. Siamo marinai e marinaie a cui il mare ha salvato la vita e non possiamo accettare che ad altri, anche in questo momento, la vita la stia togliendo. Non potevamo restare indifferenti e abbiamo deciso di tornare nel Mediterraneo centrale per monitorare la situazione e, se necessario, intervenire in caso di emergenze».

I numeri

Il punto di partenza dell’iniziativa sono i numeri. Le rotte dalla Libia e dalla Tunisia sono ancora percorse da chi fugge da guerre, persecuzioni o miseria. «Nel 2024, oltre 55.000 persone sono arrivate in Italia via mare e i dati ufficiali parlano di almeno 1.500 morti», si legge nel comunicato Arci. Secondo il presidente del Circolo Francesco Delli Santi, il co-fondatore del progetto Sailingfor Blue LAB e comandante della barca Tiziano Rossetti e Margherita Cioppi che assiste da terra la prima missione, «questa cifra è drammaticamente sottostimata». Una strage, dichiara Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione di Arci nazionale, «che potrebbe essere evitata se soltanto ci fosse la volontà politica. Invece, si continuano ad aumentare ostacoli e rischi».

Il messaggio

Il progetto “Tutti gli occhi sul Mediterraneo” lancia un messaggio forte e chiaro: «Essere in mare oggi e contribuire a fermare la violazione dei diritti umani è un atto necessario, culturale e politico. Per l’Arci e il Circolo Sailingfor Blue LAB, come per chiunque navighi, il salvataggio è un obbligo inderogabile, non un’opzione. Non accettiamo la narrazione per cui il diritto a essere salvati dipende dal colore della pelle o dalla condizione economica del naufrago. Ogni vita conta. Per noi, monitorare è un dovere morale, legale e civile, non un’opzione».

La missione avverrà in stretta collaborazione con le altre organizzazioni di soccorso presenti nel Mediterraneo centrale: «Arci e il Circolo Sailingfor Blue LAB ringraziano ResQ People Saving People, ResqShip e Prociv Arci, oltre a tutte le persone che hanno sostenuto il progetto e collaborato alla fornitura di materiali essenziali per la missione». Per chi volesse supportare le attività, parallelamente alla missione prende il via una campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso.

Foto Arci

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.