Welfare

Tutti gli “aiutini” di Tanzi

Da Prodi a Berlusconi, da Scalfaro ad Alemanno, da Il Foglio a Il Manifesto. Su Repubblica ampi stralci dei verbali

di Redazione

“Che cosa ha raccontato Calisto Tanzi?”. Inizia con questo interrogativo un lungo articolo pubblicato oggi dal quotidiano ‘la Repubblica’ in cui si dà conto dei “sei-sette interrogatori” dell’ex patron dell’azienda di Collecchio. Tanzi, secondo quanto riporta il giornale di piazza Indipendenza, avrebbe raccontato dei suoi rapporti intrattenuti con “l’elite politica e istituzionale della Prima e della Seconda Repubblica”. “E’ il racconto di frequentazioni, finanziamenti di eventi, partecipazioni o acquisizioni” nel quale, sostiene Repubblica, “c’è il nome di Romano Prodi; del premier Silvio Berlusconi, del vicepresidente del Consiglio Fini. C’è il nome dell’ex Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro, del presidente della Camera Pierferdinando Casini, di Lamberto Dini, di Gianni Alemanno e Massimo D’Alema (…)”. “Non appare al momento una macchina corruttiva – precisa il quotidiano (…) non ci sono nella storia, nelle ammissioni degli imputati, borse gonfie di denaro o tesori nascosti (…) L’imprenditore non rivela ai pm nessuna pratica illecita o corruttiva. Chi è vicino all’imprenditore ricostruisce così quelle relazioni politiche e istituzionali: ‘Un lavoro di lobbing. Voleva soltanto creare buoni rapporti di collaborazione creando una fascia di protezione'”. Secondo quanto risulta al quotidiano “dal ’94 Parmalat decise di incrementare il gettito a favore delle reti Mediaset a scapito della Rai”,; mentre “l’attenzione verso Prodi” si sostanziò “con la partecipazione assieme ad altri industriali all’aumento del capitale di Nomisma”. Nel corso degli interrogatori Tanzi “parla anche dell’appoggio dato a D’Alema e dei rapporti con la Lega, e Bruno Tabacci dell’Udc”. Nell’articolo di ‘Repubblica’ si fa anche riferimento all’aiuto economico che Tanzi avrebbe dato ad alcuni quotidiani (‘Il Foglio’, l”Informazione’, il ‘Sole’ e il ‘Manifesto’) e di un incontro avuto con il premier lo scorso novembre per chidere “un intervento benevolo del sistema bancario per salvare la Parmalat dalla bancarotta” ma che non avrebbe avuto seguito.


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