Famiglia
Tutti (?) al mare
Spiagge accessibili sì, ma a macchia di leopardo. Facce di ununica medaglia, che raccontano di un mare bifronte verso i turisti disabili. Il servizio completo sul numero di VITA in edicola
“Se la nostra spiaggia è accessibile ai disabili? Certamente. Venga pure, in acqua la portiamo noi? a braccia”. In due casi su tre, questa è la risposta standard. Da nord a sud, indistintamente. E nell?Anno europeo delle persone con disabilità è davvero avvilente. Ma qualcosa si sta muovendo? “La maggior parte degli stabilimenti balneari”, sottolinea Roberto Vitali, presidente dell?associazione Si può, laboratorio nazionale di turismo accessibile, “ormai sono in linea almeno con la normativa che impone loro di avere bagni per chi si muove in carrozzina e pedane e passerelle che portano agli ombrelloni. E sono numerosi i percorsi carrozzabili molto vicini al bagnasciuga. Anche i bagnini sono sempre più disponibili, e preparati, a dare una mano per entrare in acqua”.
Il problema si pone quando la persona disabile al mare ci vuole andare da sola, o con altri amici in carrozzina. Nei due terzi degli stabilimenti italiani mancano le cabine-spogliatoio di dimensioni adeguate ed è impossibile sguazzare in santa pace tra i flutti senza l?aiuto di un angelo custode che agevoli l?ingresso in acqua. Vitali però è ottimista: “Distinguendo tra barriere architettoniche e barriere naturali, come gli scogli, sono convinto che il problema delle spiagge inaccessibili si risolverà presto”. Non c?è che da fidarsi delle affermazioni di un decano delle vacanze ?senza barriere? com?è Vitali, che coincidono con le rilevazioni del call center SuperAbile (numero verde 800.810810), anche perché non esistono dati completi e articolati in materia. La mappa più aggiornata delle spiagge no limits di casa nostra è opera, come tradizione, di Legambiente, ed emerge dalle indagini per attribuire le Vele blu 2003. “Ma si tratta di dati disaggregati”, precisa Luca Fazzolari che ha coordinato la ricerca, “raccolti dalle nostre sedi locali insieme ad informazioni di tutt?altro tipo sulla qualità dell?ospitalità delle zone marine più belle d?Italia”. Informazioni utili per tracciare un?istantanea del mare ospitale verso chi si muove in carrozzina e non vuole ghettizzarsi nelle colonie tipo ?gruppo vacanze Piemonte?. Anche se da prendere comunque con le dovute precauzioni, perché parlano solo di accessibilità delle spiagge e non, ad esempio, degli alberghi.
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La spiaggia ideale
Per chi volesse realizzare una spiaggia completamente accessibile, per gli esperti del call center SuperAbile due esempi di ?buone prassi?da imitare sono il Poetto e il centro vacanze Ferienzentrum al Circeo (www.salvatore-reisen.de), che tengono in considerazione le esigenze primarie di ogni turista: divertirsi con famiglia o amici, abbronzarsi, fare il bagno, magari prendersi un panino e un gelato al bar… Nella spiaggia ideale sono indispensabili, perciò, una pedana con cui raggiungere il proprio ombrellone in carrozzina, un bagno e uno spogliatoio a norma, un bar senza scalini. E magari una passerella che porti fino al bagnasciuga, anche avvolgibile, da togliere la sera e rimettere al mattino, con costi contenuti e sicurezza per tutti.
La spiaggia ben organizzata, infine, oltre ai bagnini esperti nell?aiutare le persone disabili a entrare e uscire dall?acqua, ha in dotazione le Job, sedie a ruote giganti con cui è possibile fare il bagno in totale autonomia. Come sta succedendo nei venti stabilimenti di Ostia. “Ormai è una moda”, evidenzia Roberto Vitali, “anche se un bagnino creativo del Lido degli Estensi diversi anni fa ne aveva creato un originale prototipo, con un seggiolino da spiaggia e due cestelli da lavatrice”.
Altri tempi, quelli. In cui i disabili non si sognavano neppure di uscire di casa per le troppe barriere architettoniche, figuriamoci di andare al mare! Presto saranno solo ricordi. Da dimenticare.
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