Cultura

Tutti (?) al mare

Spiagge accessibili sì, ma a macchia di leopardo. Facce di un’unica medaglia, che raccontano di un mare bifronte verso i turisti disabili.

di Barbara Favaron

“Se la nostra spiaggia è accessibile ai disabili? Certamente. Venga pure, in acqua la portiamo noi? a braccia”. In due casi su tre, questa è la risposta standard. Da nord a sud, indistintamente. E nell?Anno europeo delle persone con disabilità è davvero avvilente. Ma qualcosa si sta muovendo? “La maggior parte degli stabilimenti balneari”, sottolinea Roberto Vitali, presidente dell?associazione Si può, laboratorio nazionale di turismo accessibile, “ormai sono in linea almeno con la normativa che impone loro di avere bagni per chi si muove in carrozzina e pedane e passerelle che portano agli ombrelloni. E sono numerosi i percorsi carrozzabili molto vicini al bagnasciuga. Anche i bagnini sono sempre più disponibili, e preparati, a dare una mano per entrare in acqua”. Il problema si pone quando la persona disabile al mare ci vuole andare da sola, o con altri amici in carrozzina. Nei due terzi degli stabilimenti italiani mancano le cabine-spogliatoio di dimensioni adeguate ed è impossibile sguazzare in santa pace tra i flutti senza l?aiuto di un angelo custode che agevoli l?ingresso in acqua. Vitali però è ottimista: “Distinguendo tra barriere architettoniche e barriere naturali, come gli scogli, sono convinto che il problema delle spiagge inaccessibili si risolverà presto”. Non c?è che da fidarsi delle affermazioni di un decano delle vacanze ?senza barriere? com?è Vitali, che coincidono con le rilevazioni del call center SuperAbile (numero verde 800.810810), anche perché non esistono dati completi e articolati in materia. La mappa più aggiornata delle spiagge no limits di casa nostra è opera, come tradizione, di Legambiente, ed emerge dalle indagini per attribuire le Vele blu 2003. “Ma si tratta di dati disaggregati”, precisa Luca Fazzolari che ha coordinato la ricerca, “raccolti dalle nostre sedi locali insieme ad informazioni di tutt?altro tipo sulla qualità dell?ospitalità delle zone marine più belle d?Italia”. Informazioni utili per tracciare un?istantanea del mare ospitale verso chi si muove in carrozzina e non vuole ghettizzarsi nelle colonie tipo ?gruppo vacanze Piemonte?. Anche se da prendere comunque con le dovute precauzioni, perché parlano solo di accessibilità delle spiagge e non, ad esempio, degli alberghi. Buoni e cattivi Si scopre così che il mare ideale per le persone con disabilità è quello di San Benedetto del Tronto, premiato da Legambiente con un bel 9 per la presenza di rampe d?accesso e servizi sanitari in spiaggia, del trasporto pubblico adeguato in zona e di cabine telefoniche ampie (dato quasi anacronistico, ma sinonimo di un certo tipo di sensibilità dell?intero sistema turistico). Seguono, nella classifica delle località doc le sorelle di Romagna, Riccione, Cervia, Cattolica (8,5), con Rimini e Bellaria – Igea Marina poco più sotto (7,5). Meritano un bell?8 sia Marina di Grosseto che Grado, mentre Otranto, prima per ricettività e bellezza della zona, condivide con Alba Adriatica un tutto sommato onorevole 7,5. I numeri delle quasi 250 località italiane inserite nella Guida Blu 2003 raccontano però che l?accessibilità delle spiagge continua ad essere difficile: solo 92 (il 38%) hanno strutture e servizi adeguati e dispiace ancora più scoprire che fra le località più rinomate si segnalano per la loro poca attenzione ai bisogni delle persone con disabilità Maratea, Capri, Positano, Sperlonga, Vieste, Gallipoli, La Maddalena, Viareggio. Ancor più sconfortante è scoprire un?accessibilità a macchie di leopardo, che contrasta con ogni logica. Legambiente segnala infatti un manipolo di zone che meritano il 7 variamente distribuite traToscana, Puglia, Liguria, e ancora Grottammare, Policoro e Ischia. Nell?angolo dei cattivi, con un 3 che non lascia obiezioni, la Calabria (con Diamante e altre tre località), Termoli in Molise, Cabras in Sardegna e Ispica in Sicilia. Un mare di contraddizioni, insomma. Prendiamo, ad esempio, la Sardegna. Arbus e Teulada, in provincia di Cagliari (rispettivamente 5 e 3 vele di Legambiente), portano a casa un 4,5 e un sonoro 4 per l?accessibilità. A poca distanza, la spiaggia del Poetto, bianchissima e rinomata. E nemmeno l?ombra di una barriera architettonica. In provincia di Alghero solo una spiaggia senza barriere, come denuncia Francesca Arcadu, presidente della Uildm di Sassari. Buone nuove invece da Ostuni, in Puglia, dove Torre Pozzelle, Camerini e Lido Stella sono state da poco messe a norma. Da qualche anno, anche i villaggi dei Viaggi del Ventaglio sono a prova di ruota: in Calabria, si distinguono Bagamojo e Nicotera, accessibili in autonomia dalla camera alla spiaggia. Esempi ancora troppo sporadici. La spiaggia ideale Per chi volesse realizzare una spiaggia completamente accessibile, per gli esperti del call center SuperAbile due esempi di ?buone prassi?da imitare sono il Poetto e il centro vacanze Ferienzentrum al Circeo (www.salvatore-reisen.de), che tengono in considerazione le esigenze primarie di ogni turista: divertirsi con famiglia o amici, abbronzarsi, fare il bagno, magari prendersi un panino e un gelato al bar… Nella spiaggia ideale sono indispensabili, perciò, una pedana con cui raggiungere il proprio ombrellone in carrozzina, un bagno e uno spogliatoio a norma, un bar senza scalini. E magari una passerella che porti fino al bagnasciuga, anche avvolgibile, da togliere la sera e rimettere al mattino, con costi contenuti e sicurezza per tutti. La spiaggia ben organizzata, infine, oltre ai bagnini esperti nell?aiutare le persone disabili a entrare e uscire dall?acqua, ha in dotazione le Job, sedie a ruote giganti con cui è possibile fare il bagno in totale autonomia. Come sta succedendo nei venti stabilimenti di Ostia. “Ormai è una moda”, evidenzia Roberto Vitali, “anche se un bagnino creativo del Lido degli Estensi diversi anni fa ne aveva creato un originale prototipo, con un seggiolino da spiaggia e due cestelli da lavatrice”. Altri tempi, quelli. In cui i disabili non si sognavano neppure di uscire di casa per le troppe barriere architettoniche, figuriamoci di andare al mare! Presto saranno solo ricordi. Da dimenticare.


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