Sostenibilità
Tutti a caccia delle chiavi per il bosco incantato
Attività per i ragazzi.Si comincia con un antico metodo di catalogazione delle specie:le chiavi dicotomiche. A cura di Maria Antonietta Quadrelli e Antonio Bossi*
di Redazione
La ?classificazione? di un albero (ma anche di un animale, o di un minerale) consiste nel ricondurre una molteplicità di oggetti (le piante, ad esempio) a un certo numero di ?tipi? gerarchicamente ordinati, per potersi poi orientare tra essi conoscendone i legami reciproci.
Classificare le piante, ad esempio, permette di ?incasellarle? in modo armonico, aiutando a costruire le cosiddette ?flore? (con le consuete distinzioni in categorie tassonomiche come specie, genere, famiglia, ordine?). Per determinare il nome di un albero ci si serve, oltre che di attrezzature specifiche necessarie per analisi accurate (lente, microscopio, collezioni di confronto), delle chiavi dicotomiche pubblicate su numerose guide al riconoscimento degli alberi.
Il metodo delle chiavi dicotomiche non è altro che un sistema di classificazione costituito da raggruppamenti via via più ampi e disposti gerarchicamente (con linguaggio insiemistico potremmo definirli: insiemi, insiemi di insiemi, insiemi di insiemi di insiemi, ecc…), introdotto dal naturalista svedese Carl von Linné nel 1735 e in uso ancora oggi. L?obiettivo del gioco è far comprendere come funzionano le chiavi dicotomiche provando a costruirne una di gruppo.
L?attività funziona così: l?insegnante (educatore, adulto) sceglie 6 o 7 alberi e arbusti caratteristici del bosco in cui ci si trova e preleva per ogni pianta un numero di rametti pari al numero dei gruppi che partecipano all?iniziativa. Tale attività non deve essere proposta in un parco pubblico, dato che è necessario asportare rametti e non solo foglie, e va comunque gestita con rispetto per l?ambiente.
A ogni gruppo viene dato un rametto per ogni pianta, e la consegna è creare una propria chiave dicotomica che permetta di arrivare a classificare tutte le specie trovate. Si raggruppano i rametti che hanno ?lo stesso aspetto?. L?operazione di riconoscere analogie e differenze porta a formare insiemi di rametti accomunati da determinate caratteristiche, distinguendoli da altri con caratteristiche diverse. La classificazione si può basare su caratteristiche morfologiche elementari (forma della foglia, tipo di margine, modalità di inserzione sul ramo), ma osservazioni più attente possono rivelare un?infinità di particolari: odore, consistenza al tatto, presenza di fiori, ecc.
Alla fine dell?attività si confrontano le diverse chiavi scaturite dall?osservazione e si ragiona sull?utilità di adottare nomenclature e scelte comuni. Si potranno poi confrontare le proprie chiavi dicotomiche con quelle dei manuali per il riconoscimento degli alberi.
*ufficio educazione wwf italia
E PER BANCO, UN ALBERO
«Non c?è un filo d?erba solo in un prato. Non c?è un albero, ma c?è il bosco, dove tutti gli alberi stanno insieme, non prima o poi, ma insieme, grandi e piccoli, con i funghi e i cespugli e le rocce e le foglie secche e le fragole e i mirtilli e gli uccelli e gli animali selvatici, e magari anche le fate e le ninfe e i cinghiali e i cacciatori di frodo e i viandanti smarriti, e chissà quante altre cose ancora. C?è la foresta».
Carlo Levi, L?orologio
Il bosco è sempre stato un luogo in cui smarrirsi, abitato da esseri pericolosi come streghe, orchi, ma anche da belve e briganti, come raccontano non solo la letteratura per bambini ma anche i romanzi cortesi: il bosco ha avuto, nella nostra cultura, il significato di luogo di iniziazione e crescita. Luogo dove ritrovare e ?incontrare? le proprie emozioni per riconoscerle, accettarle e controllarle. Al bosco possiamo riconoscere sia la natura di luogo ?pauroso? e imprevedibile sia quella di amplificatore di fenomeni naturali che gli spazi aperti disperdono: i profumi, i rumori, le differenze termiche? Un ambiente naturale in cui entriamo, che ci avvolge e coinvolge a livello sensoriale e fisico, affettivo ed emotivo, razionale e cognitivo, offrendoci la possibilità di superare il divario tra sensoriale e razionale o tra cultura e scienza. Posto ideale per percepire e conoscere, superando gli stereotipi che attribuiscono gli aggettivi marrone e rugosa alla corteccia e verde alla chioma di ogni albero.
Il bosco è anche spazio di incontri, dove poter ?ascoltare? il proprio sé più nascosto e sconosciuto e ?ascoltare? l?altro, coetaneo o adulto che sia, con il quale condividere esperienze, emozioni e scoperte, per sperimentare, conoscere e giocare in un rapporto di fiducia e collaborazione.
Maria Antonietta Quadrelli
resp. ufficio educazione wwf italia
TUTTI I SENTIERI DI UN PROGETTO
Programmare un percorso educativo sul bosco, facile soltanto in apparenza, può costituire un?operazione complessa. In sintesi, si possono individuare quattro filoni per promuovere un progetto:
– un filone legato prevalentemente agli aspetti biofisici, con precisi riferimenti alle modificazioni naturali e alle conseguenze delle modificazioni operate dall?uomo;
– un filone storico-economico, che vede il bosco fornitore di materie prime, dall?ossigeno al legno;
– un filone storico-culturale, con il bosco protagonista delle rappresentazioni artistiche, mitologiche, fantastiche;
– un filone legato agli aspetti sociali del bosco, al suo inserimento nei paesaggi umani e all?offerta di uno spazio fisico e morale.
La visitain punta di piedi
la complessità del bosco merita qualche attenzione
L?ambiente bosco è, come ogni ambiente naturale, un ottimo esempio di società complessa, che sopravvive grazie alla vicinanza e alla convivenza di esseri e specie diversi legati tra loro da relazioni ed equilibri. La visita a un bosco può toccare tanti livelli:
a) il contatto sensoriale e fisico con un ambiente naturale (livello di ascolto);
b) la costruzione di un rapporto emotivo ed affettivo con l?ambiente naturale (livello di curiosità);
c) il desiderio e la curiosità di conoscere meglio la natura (livello di indagine);
d) il mutamento di atteggiamento, che diviene ?corretto e rispettoso?, nei riguardi dell?ambiente (livello di responsabilità);
e) lo sviluppo di un?attitudine trasformativa (livello estetico e politico);
f) il conferimento di senso e il recupero dell?immaginario e del ?sacro? (livello simbolico)
Nessuno ti regala niente, noi sì
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