Economia

Tutte quelle banche sull’orlo dell’abisso

Il caso Dexia non è isolato. In America...

di Redazione

Di fronte alla crisi che inesorabilmente avanza i politici europei pensano solo a guadagnare tempo. Basta convocare un summit tra la Merkel e Sarkozy ed annunciare di essere decisi a ricapitalizzare le banche e tutto va a posto. A coloro che chiedevano dettagli su chi avrebbe messo i soldi e come, hanno risposto che ne daranno conto tra un mese. Di fatto nessuno lo sa. Ma intanto le Borse e l’euro salgono e nello scorso weekend sono state nazionalizzate tre banche: la franco-belga Dexia (tra le prime 20 in Europa), la greca Banca Proton e la danese Max Banca perché ormai fallite. Emblematico il caso di Dexia. Già salvata nel 2008 con aiuti per 6,4 miliardi di euro e uscita indenne dagli stress test di due mesi fa, ora si scopre che è insolvente e in due giorni ha perso il 50% del suo valore di Borsa. Il Fondo Monetario dice da tempo che occorreranno altri 200 miliardi per rafforzare le banche europee e Dexia potrebbe essere solo la prima di un lungo elenco.
Ma al di là dell’oceano come vanno le cose? Bernanke e Geithner non perdono occasione per spiegare che le difficoltà delle banche americane sono imputabili all’immobilismo delle autorità europee. In tre mesi Morgan Stanley, Citibank, Goldman Sachs, Bank of America e JPMorgan hanno perso circa il 40% del loro valore. Ma sarà solo colpa della crisi europea? No di certo. Si scopre così che nell’ultimo rapporto degli organi di controllo le prime quattro banche americane detengono il 96% dei 250mila miliardi di dollari dei contratti derivati in essere, una quantità immensa di prodotti finanziari ad alto rischio sul sistema mondiale.
I soldi per le pensioni, la sanità e l’occupazione non ci sono perché dovranno essere usati per salvare le banche fallite a causa delle loro scommesse azzardate e le Borse festeggiano perché il conto non verrà pagato dagli azionisti. La storia si ripete sempre. Come nel 2008 quando decisero che a pagare il conto sarebbero stati solo i titolari dei mutui che vennero poi abbandonati ai bordi delle strade a chiedere l’elemosina.


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