Sostenibilità

Tutela del territorio.Punta Perotti: un buon esempioda seguire

Punta Perotti addio. E pensare che da anni non riuscivamo a vedere al di là di quel muro di cemento. Finalmente quell’orrore è venuto giù in un minuto.

di Angelo Ferrari

Punta Perotti addio. E pensare che da anni non riuscivamo a vedere al di là di quel muro di cemento. Finalmente quell?orrore è venuto giù in un minuto. Tanto potere ha la dinamite che gli uomini non hanno. E qui, spiace ricordarlo, l?Italia ha dimostrato un?altra volta che il buon senso abita in altre latitudini. Ogni barese si è liberato di un metro cubo di cemento, acciaio e laterizi, quasi una tonnellata a testa. Se tutti i Comuni italiani colpiti dall?abusivismo edilizio, o comunque da attività edilizie che massacrano il territorio ed alterano il paesaggio, agissero con la coerenza e l?incisività di Bari, questo tornerebbe ad essere il Belpaese. Ci sono voluti quasi 10 anni di attività giudiziarie, 40 udienze e una serie infinita di ricorsi e appelli per arrivare all?abbattimento di un mostro che voleva impedire a tutti noi di respirare alto nel guardare il mare. Non fermiamoci a Punta Perotti. Nel quinquennio 1995-2001 Sicilia e Sardegna hanno costruito oltre il 16% degli edifici in più rispetto a quelli presenti nel 1995. Sulle coste calabresi, nel 2000, potevamo ammirare il 22% in più tra palazzi e capannoni. Le coste dell?Italia meridionale erano meno naturali del 17%, nell?Italia centrale la situazione peggiorava con punte del 23% nel 2000. Auguri. Ci vogliono più soldi ad abbatterli che a costruirli, i mostri di cemento. Ma bisogna farlo.


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