Non profit

Turisti per forza e… solite barriere

Franco Bomprezzi affronta lo scottante tema delle barriere architettoniche all'interno delle strutture turistiche.

di Franco Bomprezzi

“Le assicuro che molti come lei non hanno avuto problemi… entrano, si girano… e zac… nell?ascensore ci stanno”. Io guardo con un sorriso amaro: vorrei comunicare sentimenti forti, protestare, educare, istruire, spiegare. E invece ormai mi rassegno: “Guardi, mi dispiace, non ho la carrozzina standard. Il fatto è che sono abbastanza grasso, e per di più ho una gamba rigida, e non posso permettermi di tagliarla…”. Quest?ultima affermazione in genere provoca un sobbalzo nell?albergatore di turno, che comincia a rendersi conto di aver urtato la mia sensibilità, ma è questione di un attimo. Subito dopo cerchiamo di risolvere il problema con spirito pratico: via le pedane, solleviamo un po? a destra, stringiamo la pancia, tratteniamo il respiro. E così anche un ascensore grande come una doccia riesce, quasi sempre, a essere vinto. Quanto ai bagni, ai letti, alle tende da chiudere, agli interruttori mal posizionati, al termostato a due metri d?altezza, il mio sguardo ormai è paragonabile a un raggio laser: in pochi secondi, dal momento in cui entro in una camera d?albergo, analizzo la situazione come se fossi uno scanner, e individuo i punti a rischio, i passaggi stretti. Sono un manuale vivente di lotta alle barriere turistiche. Il 2003 ha messo a dura prova le mie capacità, anche perché spesso mi sono fidato di prenotazioni fatte da associazioni o da enti locali, convinti che fosse tutto ?a norma?. Peccato che nella pratica, ancora oggi, 9 volte su 10 le cose non stanno così. Il nostro pellegrinaggio in Italia, da un convegno all?altro, servirà almeno a seminare il dubbio nelle coscienze più vive, anche dal punto di vista commerciale. Per la prima volta da anni, infatti, persone in carrozzina, non vedenti, persone con le stampelle, sordi, da soli o in gruppo, hanno invaso alberghi, stazioni, aeroporti. Turisti per caso, turisti per forza. Ma pur sempre clienti che pagano, esattamente come gli altri. La morale? È il momento di puntare sulla formazione, seria e rigorosa, dell?accoglienza turistica per tutti. Un albergo capace di pensare seriamente alla libera circolazione dei suoi clienti disabili è sicuramente un albergo con una stella in più.


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