Welfare
TURISMO SESSUALE. Di Noto: «80mila italiani coinvolti, un solo arresto»
Il commento del sacerdote anti-pedofili alle cifre presentate ieri al Parlamento Europeo
«Se lo scorso anno 80.000 turisti italiani (compresi i pedofili) hanno fatto turismo sessuale all’estero, per quale motivo non c’è stata alcuna condanna o indagine?». È quello che si chiede don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore di Meter, da sempre in prima fila nella lotta alla pedofilia e alla pedopornografia. «Il dramma della pedofilia – dichiara don Di Noto – è visibile a tutti ed è un fenomeno di grave entità».
Il sacerdote si riferisce alla relazione, presentata ieri al Parlamento Europeo dal capo delegazione di An Roberta Angelilli, secondo la quale sono più di 80.000 gli italiani coinvolti nel turismo sessuale e paradossalmente, a 10 anni dalla legge 269/1998, in Italia solo per un caso si è verificato l’arresto di un soggetto. Le vittime dello sfruttamento sono per la maggior parte ragazzi di età compresa tra i 13 e i 17 anni (60%), ma il fenomeno colpisce anche bambini i 7 e i 12 (30%), e di 6 anni (10%). Don Fortunato Di Noto è duro: «Se è vera questa enorme macchina criminale, se è vero che abbiamo in Italia leggi innovative, se è vero che l’Italia da 10 anni è fornita di leggi che perseguono i turisti all’estero, perché in dieci anni c’è stato un solo arresto? È una sproporzione enorme», sottolinea. E continua: «Sono numeri che ci fanno sobbalzare. Se è vero come è vero che 80.000 turisti italiani, in proporzione, hanno violentato 80.000 bambini e bambine nei paesi esteri, è un grande dramma. Chi ne è responsabile?», chiede. «Certamente non la polizia – dice – che collabora con noi da anni ed è altamente professionale in questo campo. Invito tutti – conclude – a riflettere sulle proprie responsabilità e su questa incredibile sproporzione».
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