Cultura

Turismo: al Vaticano non piacciono i villaggi

La Chiesa non approva il modello di villaggio turistico come "gabbia dorata"

di Gabriella Meroni

Non piace al Vaticano il modello dei villaggi turistici, sorta di oasi in cui il viaggiatore vive in una gabbia dorata, spesso tra connazionali, tenuto lontano dalla diversita’ dei luoghi e delle persone. E dove chi vuole puo’ ignorare le poverta’ e problemi dei paesi ospitanti. ”La nostra non e’ una condanna, ma piuttosto una critica, un invito a un esame di coscienza, a porsi alcuni interrogativi su questo tipo di turismo”, ha precisato padre Michael Blume, sottosegretario del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, durante la presentazione nella sala stampa vaticana del messaggio del Papa per la XXIV giornata mondiale del turismo. ”Osserviamo alcuni miglioramenti nel modello dei villaggi turistici – ha aggiunto monsignor Agostino Marchetto, segretario del medesimo Pontificio consiglio – In molti casi si registrano alcune aperture ad aspetti artistici o naturalistici esterni ai villaggi e questo va nella direzione di un turismo che implichi anche la conoscenza degli altri, specie se diversi da noi”. Mons. Marchetto ha anche invitato la Chiesa a una maggiore attenzione alla pastorale della mobilita’ umana, per sensibilizzare le persone e i fedeli a un atteggiamento di dialogo conforme alle indicazioni date dal Papa anche nel messaggio presentato oggi. ”A lungo termine – ha osservato – anche il turismo puo’ contribuire attraverso il dialogo a eliminare le cause della poverta”’. E per padre Blume lo sguardo di un turista consapevole e cosciente puo’ aiutarlo a una maggiore sensibilita’ anche nei ”confronti dell’immigrazione e di fenomeni come le carrette del mare”.


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