Mondo
Turchia: stop a violenze, mobilitazione via twitter
Da quattro giorni a Istanbul e in altre città turche sono in corso manifestazioni duramente represse dalla polizia. Secondo Amnesty International i morti sarebbero tre e migliaia i feriti. Ecco come sostenere sui social media l'appello per il rispetto dei diritti umani: l'hashtag, la mail, i messaggi in inglese e in turco
Un urgente appello è stato lanciato da Amnesty International in seguito all'inasprirsi degli scontri in Turchia. Venerdì 31 maggio in piazza Taksim a Istanbul sono iniziati i primi scontri tra manifestanti e polizia, poi continuati nei giorni successivi: voci non confermate parlano di tre morti e oltre un migliaio di feriti, cinque dei quali al 2 giugno risultavano in gravissime condizioni per emorragia cerebrale causata da colpi di manganello, mentre almeno altri due hanno perso la vista a causa dei gas lacrimogeni. I gas , sparati irresponsabilmente ad altezza di persona e in spazi ristretti se non chiusi, persino all'ingresso del pronto soccorso di piazza Taksim, hanno causato il maggior numero di ferimenti.
La situazione non accenna a tornare alla calma dopo che nel fine settimana in altre città della Turchia sono continuati gli scontri di piazza e sono stati eseguiti numerosi arresti, anche nei confronti di persone ferite che avrebbero necessitato di cure mediche. Amnesty International ha ricevuto informazioni secondo le qual molte persone arrestate sono state trattenute anche per 12 ore a bordo dei veicoli della polizia, senza acqua né cibo e senza poter usufruire di servizi igienici. Numerosi manifestanti sono stati sottoposti a maltrattamenti al momento dell'arresto e dopo essere stati trasferiti nei commissariati di polizia.
Come si ricorderà, le proteste sono iniziate per contrastare la decisione delle autorità di distruggere il Gezi Park di Istanbul, abbattendo i 600 alberi del parco, per far posto a un centro commerciale e a condomini di lusso. Iniziata quattro giorni fa, con la pacifica occupazione del parco storico da parte di alcuni ambientalisti contrari da sempre alla cementificazione incontrollata, la mobilitazione si è poi estesa coinvolgendo le realtà nazionaliste-kemaliste poi i kurdi, gli anarchici, attivisti LGBT e perfino le tifoserie di Galatasaray e Fenerbahçe (storicamente avverse ma unite in questa battaglia).
In seguito alle violenze incontrollate, Amnesty International (che ha ha messo a disposizione i suoi uffici per fornire riparo ai manifestanti e soccorsi a quelli feriti) ha sollecitato il governo turco a porre immediatamente fine all'uso eccessivo della forza e ad avviare un'inchiesta indipendente e imparziale su quanto accaduto.
Inoltre invita a mobilitarsi sui social media seguendo queste istruzioni:
Su Twitter:
hashtag: #direngeziparkı, #Taksim
Messaggi suggeriti: .@Valimutlu Police use of force against #direngeziparkı protestors is excessive, unacceptable & breaks international HR standards @aforgutu
.@Valimutlu @RT_Erdogan Istanbul authorities must immediately stop police violence against peaceful #direngeziparkı protestors @aforgutu
Messaggio in turco: .@RT_Erdogan @Valimutlu Tavrınızı değiştirin! Şiddete son verin barışçıl gösterilere izin verin, ihlalleri soruşturup engelleyin #occupygezi
Via email:
Scrivere alle ambasciate turche del paese di residenza, il cui elenco si trova in questa paginaLa mail dell'ambasciata turca a Roma è: ambasciata.roma@mfa.gov.tr
Foto: la polizia respinge i manifestanti a colpi di idrante a Istambul
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.