Cultura
Turchia, in equilibrio su un paese in bilico
La terra degli hamam e dei minareti vissuta dal vivo
Cosa tiene la Turchia fuori dall’Europa e cosa le manca per farne parte? Cosa convince una giovane giornalista a lasciare il suo comodo ambiente milanese per trasferirsi a Istanbul a trascorrere otto mesi in un minuscolo dormitorio statale senza privacy e con un rigido coprifuoco per le signorine rischiando di perdere la fermata principale del suo treno professionale?
La risposta nel libro di Marta Ottaviani, Cose da turchi. Le riflessioni sulla realtà e sul destino collettivo di milioni turchi che oggi vivono a metà strada tra modernità e tradizione, tra laicità e religione, tra veli e minigonne si intrecciano nel destino personale e professionale dell’autrice del libro. Anche Marta infatti, prima di andare in Turchia, era una giovane professionista freelance a metà strada tra incertezze e aspirazioni, tra lo stress dovuto dalla mancanza di un lavoro fisso e la voglia di cambiare vita, tra i possibili rimpianti e i potenziali rimorsi. Alla fine una borsa di studio l’ha portata in Turchia. Un’esperienza che ha permesso a Marta di staccare il cordone ombelicale con Milano e di diventare un punto di riferimento per l’informazione politica ed economica sulla Turchia, ed esperta di analisi e riflessioni di carattere culturale e sociale sulla vita quotidiana dei turchi.
Cose da turchi è un libro, a metà tra il romanzo-diario e il reportage giornalistico, che descrive, spesso anche in modo ironico, i contrasti della società turca, i rapporti tra sessi, le sfide della politica, e quanto la coscienza della società abbia fatto i conti con il proprio passato e cosa si aspetti dal futuro, in particolare nella prospettiva di un ingresso in Europa. E lo fa con la conoscenza e la sensibilità di chi, oltre a leggere ed ascoltare le news locali, interagisce con la gente, osserva i comportamenti e riflette sulle mode e sui linguaggi locali. Per quanto riguarda l’Europa, meglio non pensare che l’entrata nella comunità della Turchia sia un favore al mondo musulmano da parte dell’Europa cristiana. I turchi sono molto orgogliosi e poi, scrive l’autrice,«non sei tu che scegli i turchi. Sono loro che scelgono te e, anche se fai di tutto per piacere, non è detto che i tuoi sforzi vengano ricompensati. Anzi».
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