Volontariato
Turchia: cooperanti italiani sequestrati per due giorni
A Sirnak lo scoros 13 agosto
di Redazione
Due giovani italiani, la romana Simona Forconi e Claudio Pedretti di Firenze, impegnati in progetti di cooperazione con la popolazione kurda, sono stati sequestrati per due giorni dalla polizia turca nella regione orientale del Botan, presso il confine irakeno, soggetta da quindici anni a legge di emergenza.
Diretti in autobus di linea al capoluogo Sirnak, i due italiani sono stati bloccati il 13 agosto sera dai ‘jandarma’ (polizia militare) a un check-point e, dopo un interrogatorio, caricati su un’ambulanza diretta alla cittadina di Cizre, presidiata dai blindati. Dopo una notte in albergo agitata da molestie telefoniche, hanno cercato di raggiungere Silopi, la città in cui sei mesi fa due dirigenti del partito Hadep, arrestati, sono scomparsi nel nulla.
Bloccati due volte e rinchiusi per tre ore in un’auto della polizia, a Silopi sono stati nuovamente fermati dai ‘jandarma’ che hanno fatto irruzione armati di mitra nella sede dell’Hadep. Dopo lunghi interrogatori sono stati espulsi dalla città e rinviati a Midyat, fuori dalla regione del Botan, da dove hanno raggiunto la città di Diyarbakir.
Nei due giorni trascorsi nel Botan, nonostante si dichiarassero turisti, la polizia militare ha passato in rassegna più volte le loro carte e foto ed ha impedito che si servissero di un Internet Point per comunicare con l’Italia.
Nella stessa regione il 21 agosto un gruppo di magistrati, avvocati e giornalisti italiani e francesi accompagnerà una delegazione di dirigenti del partito Hadep, dell’Associazione diritti umani e della fondazione giuridica Tohav, per un’indagine sulle denunce di sparizioni e torture nelle caserme e di evacuazione forzosa dei villaggi.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.