Welfare

Turchia: censura stampa estesa a Internet

Con la nuova legge approvata mercoledì, prima di lanciare sul mercato nuovi provider le società dovranno chiedere il permesso alle autorità

di Gabriella Meroni

Il Parlamento turco ha approvato una nuova legge che estende a Internet i controlli che prima riguardavano soltanto i media tradizionali. L’industria del web si è opposta alle nuove regole, che impongono a circa 27.000 siti di far leggere i propri contenuti a un giudice e di consegnare copie stampate di ciascun sito ogni mattina prima di metterli on line. Un requisito che contrasta con la natura stessa dell’informazione online.

Con la nuova legge approvata mercoledì, prima di lanciare sul mercato nuovi provider le società dovranno chiedere il permesso alle autorità. Esperti del settore prevedono già una crisi dei provider turchi, già alle prese con gli effetti di una grave crisi finanziaria. Non è ancora chiaro in che modo la nuova legislazione potrà avere un impatto sui contenuti che i provider turchi prendono dall’estero. Quel che è certo è che diverse società si sono schierate decisamente contro, e hanno messo in guardia il governo sull’impatto che essa potrebbe avere sull’immagine della Turchia nel momento in cui il Paese cerca di entrare nell’Unione europea.
La nuova legge consolida inoltre la censura nei confronti di media d’ispirazione islamica. E impone multe contro quanti infrangono i divieti opponendosi alla “indivisibile unità dello stato con il suo popolo e ai principi e alla rivoluzione di Ataturk”.

Le nuove regole proibiscono inoltre la trasmissione di contenuti che infrangono “i valori nazionali e morali della società e della struttura della famiglia turca”. Con le nuove regole, trasmettere servizi sui diritti dei curdi, sull’attivismo islamico o sull’omosessualità potrebbe rivelarsi illegale. (Fonte: Cnn)

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