Welfare

Turchia: 50° detenuto morto per sciopero fame

Ancora vittime per la protesta iniziata nell'ottobre del 2000 contro il governo di Ankara. L'ultima vittima è membro di un partito fuorilegge.

di Giampaolo Cerri

Sono diventati 50 i detenuti turche morti per lo sciopero della fame contro una riforma carceraria che, accusano, porta a maggiore violenza da parte delle guardie. Lo riferisce Cnn-Italia. Meryem Altun, membro di un partito fuorilegge, il Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo, è morto in un ospedale di Istanbul dopo 302 giorni di digiuno. Lo ha reso noto un gruppo di sostegno alla causa dei detenuti che dall’ottobre del 2000 protestano con lo sciopero della fame contro il trasferimento da bracci che ospitano fino a 100 persone a celle singole o da tre. Il governo li espone in questo modo, affermano, a gravi abusi da parte dei secondini. Anche Amnesty International ha accusato le autorità turche di permettere pestaggi e torture dei prigionieri trasferiti nelle nuove carceri. Il governo di Ankara ha ribattuto che i gruppi di detenuti di estrema sinistra vogliono soltanto mantenere il potere di fatto che avevano con il sistema in vigore precedentemente. Le guardie pattugliavano i corridoi, ma entravano molto di rado nella camerate vere e proprie. Le autorità avevano già cercato di mettere fine alla protesta con un’irruzione della polizia in venti carceri, ma il tentativo era fallito, con la morte di decine di detenuti e due agenti. Nelle nuove prigioni divise in piccole celle sono stati trasferiti finora circa mille detenuti.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA