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TTIP, il Parlamento Europeo prende tempo
Salta all'ultimo momento il voto sull'accordo commerciale di libero scambio tra Usa e Ue. Il presidente Schulz rimanda gli emendamenti alla Commissione per il Commercio Internazionale
Troppi emendamenti e troppe divisioni all’interno del gruppo parlamentare dei Socialisti e Domocratici; meglio rinviare. Preso atto dell’impasse e del pericolo di un voto contrario alle aspettative, il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz ha deciso di rinviare la votazione in plenaria (in agenda mecoledi 10) sulle raccomandazioni del Parlamento europeo ai negoziatori del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), l’accordo di libero scambio tra EU e Usa. Anche se l’approvazione del Parlamento non era un passaggio risolutivo per gli esiti dell’accordo, esso è cosiderato vitale dal punto di vista politico.
Appellandosi all'articolo 175 del regolamento del Parlamento Europeo (secondo cui nel caso di presentazione di più di 50 emendamenti è possibile rimandarli alla commissione parlamentare competente per verificarne il sostegno) Schulz ha chiesto al Committee on International Trade ( La Commissione per il Commercio Internazionale) di riunirsi per valutare gli emendamenti e le richieste. Il prossimo incontro del Committee on International Trade avverrà a Brussels il 15 e 16 giugno.
«Rispettiamo la decisione del Presidente Schulz e continueremo il lavoro sul TTIP. Useremo il tempo supplementare per ottenere i numeri di una maggioranza stabile» ha dichiarato in serata Bernd Lange, presidente della Commissione per il commercio internazionale e membro Gruppo dell'Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo.
«Quello che è successo è un motivo di grande imbarazzo per il gruppo Socialisti e Democratici» ha dichiarato l'eurodeputato Christofer Fjellner del Gruppo del Partito Popolare Europeo e membro della Commissione per il commercio internazionale. «Hanno incasinato il provvedimento talmente tanto al punto che hanno dovuto chiamare in casua Schulz e metterlo nelle condizioni di usare il suo potere per modificare l'ordine del giorno che era già fissato dalla plenaria. Nei miei 11 anni di lavoro in questa sede non riesco a ricordare qualcosa di simile».
Foto Getty Images
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