EMERGENZA TSUNAMI: LA RISPOSTA DELL?UNICEF A TRE MESI DI DISTANZA
New York, 24 marzo 2005 ? A tre mesi dal maremoto nell?Oceano indiano, molto è stato fatto per rispondere all?emergenza, ma ancora di più resta da fare per il futuro processo di ricostruzione. Il 26 dicembre, immediatamente dopo il disastro, l?UNICEF ha mobilitato aiuti attraverso la vasta rete di uffici sul campo. Operando a stretto contatto con le comunità locali, i governi dei paesi colpiti, le altre agenzie dell?ONU e le Ong partner, l?UNICEF ha contribuito a salvaguardare i bambini dalle conseguenze della tragedia, quali la diffusione di malattie infettive, le carenze nutrizionali, le difficoltà d?accesso all?istruzione e all?assistenza sanitaria di base, gli effetti del trauma e i rischi di sfruttamento.
Per fortuna delle 3 milioni di persone colpite dallo tsunami, la risposta dei donatori pubblici e privati è stata immediata ed ingente, con 442 milioni di dollari ricevuti dall?UNICEF alla data del 15 marzo. Tale sostegno, che non ha precedenti, ha permesso una serie di risultati positivi, tra cui:
Pochissimi bambini sono morti a causa di malattie prevenibili, forse la prova più importante dell?efficacia della risposta immediatamente approntata;
Nelle comunità più colpite dell?Indonesia e dello Sri Lanka, tra l?80 e il 100% dei bambini hanno fatto ritorno a scuola, la maggior parte dei quali nel primo mese dalla tragedia;
La messa in funzione di sistemi idrici efficienti e sostenibili ha consentito l?accesso all?acqua potabile alla maggior parte delle comunità più vulnerabili;
La quasi totalità dei bambini separati dalle famiglie o in condizioni di vulnerabilità sta ricevendo protezione e assistenza, compresa accoglienza, cibo, vestiario e sostegno psicosociale, mentre proseguono i programmi per rintracciare i loro genitori.
È importante notare che l?UNICEF abitualmente lavora a stretto contatto con i cosiddetti implementing partner, quali Ong locali e internazionali, che partecipano attivamente all?attuazione degli interventi dell?UNICEF. I dati e le cifre che seguono sono relative al periodo compreso tra il 26 dicembre e il 15 marzo.
Fondi complessivamente necessari
L?UNICEF ha lanciato un appello per 144 milioni di dollari per coprire i primi sei mesi dell?emergenza: la risposta senza precedenti di singoli cittadini, aziende private e governi nazionali ha di gran lunga superato l?ammontare richiesto. Di conseguenza, l?UNICEF utilizzerà i fondi ricevuti per il processo di ricostruzione di medio e lungo periodo.
Circa i due terzi dei fondi totali ricevuti dall?UNICEF ? 442 milioni di dollari – provengono da donatori privati (296 milioni di dollari), tramite il canale dei Comitati nazionali per l?UNICEF presenti nei paesi industrializzati e i siti web dell?UNICEF; i restanti fondi (146 milioni) sono stati ricevuti dai governi donatori nel quadro dell?Appello congiunto dell?ONU. Con riferimento alla data del 15 marzo, la ripartizione dei fondi prevede:
Totale speso per la fase iniziale dell?emergenza: 70 milioni di dollari
Totale destinato agli Uffici UNICEF nei paesi colpiti: 362 milioni di dollari, così ripartiti:
o Indonesia: 168,0 milioni
o Sri Lanka 115,0 milioni
o Maldive: 31,0 milioni
o Thailandia: 18,8 milioni
o India: 14,4 milioni
o Myanmar: 8,9 milioni
o Somalia: 2,6 milioni
o Malesia: 2,2 milioni
Durante la fase d?emergenza, l?UNICEF ha operato attraverso settori prioritari d?intervento: acqua e servizi igienico-sanitari, sanità e nutrizione, istruzione, protezione dei bambini a rischio. Dal magazzino centrale di Copenaghen, l?UNICEF ha inviato oltre 3.336 tonnellate di aiuti mediante 220 voli umanitari e procurato localmente aiuti per oltre 25 milioni di dollari.
Acqua e servizi igienico-sanitari
Al fine di prevenire lo scoppio di epidemie nell?area colpita dallo tsunami, una priorità immediata e di fondamentale importanza era garantire adeguati servizi idrici e igienico-sanitari. Un indicatore chiave del successo conseguito è che finora non è stata registrata alcuna epidemia dovuta alla contaminazione dell?acqua. L?UNICEF ha un?esperienza considerevole nel settore idrico e igienico-sanitario e ha contribuito agli interventi d?emergenza attraverso misure come:
Provvedere alla fornitura d?acqua potabile, mediante serbatoi, autocisterne e sostanze per potabilizzare l?acqua
Invio di kit igienico-sanitari
Costruzione di servizi igienico-sanitari d?emergenza
Risanamento e ripristino di pozzi
Sostegno all?educazione sanitaria
Fondamentale contributo dell?UNICEF:
Fornito accesso all?acqua potabile a 160.000 persone (almeno 15 litri al giorno)
Fornito accesso a servizi igienici d?emergenza a 290.000 persone
Sanità e nutrizione
Insieme alla prevenzione delle epidemie, l?UNICEF ha contribuito ad assicurare l?assistenza medica di base, attraverso interventi d?emergenza quali:
Cura e prevenzione di malattie come morbillo, diarrea e malaria
Distribuzione di alimenti ad alto valore nutrizionale ai bambini sotto i 5 anni, alle donne in gravidanza e a quelle nel periodo dell?allattamento
Ricostruzione e riabilitazione delle strutture sanitarie di base.
Fondamentale contributo dell?UNICEF:
Bambini curati con sali per la reidratazione orale: 1.120.000
Persone che hanno beneficiato dei kit sanitari d?emergenza: 770.000
Bambini cui è stata somministrata vitamina A: 384.000
Bambini vaccinati: 360.000
Istruzione
Con centinaia di migliaia di scolari colpiti dalla tragedia, sostenere il ritorno a scuola dei bambini ha rappresentato un?alta priorità dell?UNICEF. I primi interventi approntati hanno permesso il ritorno a scuola dell?85-100% dei bambini. Al momento, l?attenzione si sta spostando sul miglioramento della qualità dell?istruzione, attraverso la riabilitazione delle infrastrutture danneggiate, la formazione degli insegnanti e altre misure appropriate.
Fondamentale contributo dell?UNICEF:
Bambini che hanno ricevuto materiali scolastici: 690.000
Bambini che hanno ricevuto materiali ricreativi: 290.000
Protezione dei bambini a rischio
Uno dei grandi risultati degli interventi immediatamente avviati dopo il disastro è stato, in una situazione di caos estremo e di grave vulnerabilità per migliaia di bambini, la prevenzione di fenomeni di traffico di minori. In questo settore, l?UNICEF opera per: l?assistenza e protezione dei bambini separati dalle famiglie, con il ricongiungimento familiare quale primo obiettivo; il sostegno psicosociale ai bambini e alle famiglie colpite dal disastro; la protezione dei bambini da fenomeni di violenza, abuso e sfruttamento. In generale, l?UNICEF sostiene e rafforza le comunità locali e le istituzioni nel loro impegno per la protezione dei bambini a rischio.
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