Cultura
“Tsunami a parte, il Darfur è la più grave crisi umanitaria al mondo”
L'inviato speciale del governo italiano nel Darfur Barbara Contini ricorda la tragedia di una regione, quella sudanese, oscurata dallo tsunami
‘In Darfur c’e’ la crisi umanitaria piu’ grave al mondo, a parte lo tsunami che e’ appena arrivato”. Lo ha ricordato Barbara Contini, inviato speciale del governo italiano per il Darfur nel corso di un incontro con il presidente della Provincia di Treviso, Luca Zaia. Lo rende l’Ansa.
I due si erano conosciuti in Bosnia quando Barbara Contini era rappresentante dell’Osce. L’inviato speciale del ministero degli Esteri ha voluto ricordare il lavoro della cooperazione italiana in un’area martoriata del Sudan dove dopo 21 anni di guerra ininterrotta ci sono stati circa due milioni di vittime e piu’ del doppio di profughi sfollati. Il governo del nord dello stato piu’ grande dell’Africa (il Sudan e’ sette volte l’Italia) e i ”ribelli” del sud hanno firmato il 9 gennaio scorso una pace che – ha detto Contini – mostrera’ i suoi veri effetti tra il lustro.
”Stiamo facendo dei progetti con la cooperazione allo sviluppo – ha detto Contini – e stiamo lavorando con gli attori politici locali. Speriamo che ci porti a qualcosa di buono. La nostra, purtroppo, e’ una vita fatta di momenti critici perche’ dobbiamo prendere decisioni importanti”. Barbara Contini, 43 anni , milanese ha studiato all’Universita’ veneziana di Ca’ Foscari, conosce l’inglese, il francese, il giapponese ed il serbo croato, e’ esperta in relazioni internazionali e in negoziazione e volontariato. Ha ricoperto incarichi di rilievo per le Nazioni Unite in Asia, e’ stata a Tokyo, in Bangladesh, in Algeria, nei Balcani, in America Latina.
La sua popolarita’ e’ venuta nel periodo in cui e’ stata governatore italiano a Nassiriya dal febbraio al giugno 2004, ma si trovava gia’ in Iraq dalla primavera del 2003, a Bassora, con la Cpa come capo del dipartimento finanziario. Dall’ottobre scorso e’ in Darfur a fronteggiare l’imponente emergenza umanitaria. Per gli interventi in quel Paese sono stati erogati 10 milioni di euro: ”sette milioni – ha spiegato – sono destinati al multilaterale, cioe’ all’Unicef, all’Oms e ad altre agenzie dell’Onu; un milione di euro lo stiamo gestendo direttamente noi assieme all’ambasciatore italiano nella zona dove, nel 2003 c’e’ stata un’esondazione del fiume al confine con l’Eritrea: il denaro serve per strutture sanitarie a tre ospedali e otto centri sanitari. I restanti due milioni di euro sono indirizzati per fare progetti idrico-sanitari che ho dato direttamente in mano, per la loro realizzazione, a cinque ong italiane che si trovavano gia’ sul posto da moltissimo tempo.
Quella del Darfur e’ una guerra spesso dimenticata e l’emergenza, nonostante l’arrivo della cooperazione internazionale, ”e’ tutt’altro che superata e perdura” ha ribadito la Contini. Ci sono un milione e duecentomila sfollati nei campi dove sono aiutati da tutti gli organismo internazionali presenti (circa una settantina); duecentomila si sono rifugiati in Ciad. Sono un milione e ottocentomila le persone che hanno perso la casa, i familiari. Non hanno piu’ nulla. Vivono con gli aiuti degli organismi internazionali e con le Ong presenti. Ci sono anche zone difficili da raggiungere perche’ le Nazioni Unite non possono accedervi.
”La cosa grave – ha detto Contini – e’ che questi campi stanno diventando sempre piu’ grossi. Sono piuttosto contraria ai campi perche’ questi devono essere realizzati solo per l’emergenza e non diventare una citta’ a ridosso di un’altra citta’. Bisogna invece pensare alla sicurezza e alla ricostruzione dei villaggi, altrimenti gli sfollati non tornano piu’ a casa”.
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