Mondo

Tsipras, perché non tagli le spese militari?

Nonostante la crisi, la spesa militare greca non è mai scesa sotto il 2,2% del Pil. Ecco perché, nello scenario descritto dal coordinatore della Rete Italiana contro il Disarmo

di Gabriella Meroni

Mentre tutto il mondo è col fiato sospeso per il destino della Grecia, arriva la notizia derivante da stime NATO appena pubblicate secondo la quale la spesa militare greca non è mai scesa sotto il 2,2% del Pil in questi anni di crisi, quindi senza crollare (come altre voci del bilancio statale o dell’economia). Lo rende noto Francesco Vignarca, coordinatore nazionale della Rete italiana per il disarmo, che ricorda tra l'altro come «nella Grecia già squassata dalla crisi finanziaria (tra il 2008 e il 2009) e sottoposta alle dure richieste della “Troika” e delle istituzioni internazionali una delle poche cose da non toccare erano le altissime spese militari ». Da una parte – nota ancora Vignarca – Germania e Francia (soprattutto) chiedevano lacrime e sangue a Governo e popolo greco, dall’altra pretendevano la continuazione degli accordi di vendita militari relativi a sommergibili e navi.

E oggi anche Wikileaks affronta il tema, pubblicando un tweet che fa riferimento ad un cablo (non classificato, nemmeno all’origine) dell’ambasciata USA di Atene con descrizione della situazione politica greca nel 2009 e in particolare della questione spese militari. L'allora Primo Ministro Karamanlis voleva ridurre del 15% l'investimento militare del paese, mentre l’allora sinistra minoritaria di Syriza chiedeva invece un taglio del 50%. Una voce che rimase però inascoltata.

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