Guerre commerciali

Trump, Gamberini (Legacoop): «Sui dazi evitare l’escalation»

Il presidente del gigante cooperativo è il primo a intervenire dopo che l'inquilino della Casa Bianca ha cominciato a brandire il manganello delle tariffe doganali. E chiede che l'Europa col Governo italiano ricerchi soluzioni negoziali, ricordando che il conflitto «penalizza consumatori e imprese»

di Giampaolo Cerri

«È indispensabile e urgente che le istituzioni europee si impegnino ad intensificare il dialogo con Washington per giungere ad una soluzione diplomatica e negoziale, evitando lo scoppio di una guerra commerciale i cui effetti sarebbero gravi per le nostre economie, ma anche per quella statunitense». Sono le parole di Simone Gamberini, presidente di Legacoop, a commento della imposizione di dazi sulle produzioni europee annunciata formalmente ieri dal presidente degli Stati Uniti. È una delle primissime reazioni del mondo cooperativo al Liberation day celebrato in pompa magna da Donald Trump, con tanto di operaio dell’automotive di Chicago, in tuta da catena di montaggio, ad annuire soddisfatto.

A rischio il nostro Made in Italy

«Le nuove misure tariffarie imposte dall’amministrazione Trump», sottolinea Gamberini, «colpiranno duramente l’economia europea e, naturalmente, quella italiana. I dazi su prodotti simbolo del Made in Italy, in particolare quelli delle filiere del vino, dei formaggi Dop, dell’olio d’oliva, dell’ortofrutta, rischiano di compromettere la competitività delle nostre imprese, con gravi ripercussioni su esportazioni, occupazione e crescita economica. L’Italia è uno dei principali esportatori di eccellenze agroalimentari negli Stati Uniti e queste tariffe punitive mettono a rischio un comparto che vale miliardi di euro e sostiene migliaia di posti di lavoro. Preoccupano fortemente», prosegue il presidente di Legacoop, «anche gli effetti negativi, in termini di riduzione degli ordinativi a partire dai prossimi mesi, che i dazi produrranno sul settore manifatturiero, dove le nostre cooperative sono presenti, ad esempio, nella produzione di macchinari per l’industria e nella ceramica, e per le imprese della componentistica che già sono alle prese con la crisi dell’automotive».

La proposta: evitare l’escalation

Dopo la lunga lista delle aree più esposte al manganello tariffario di The Donald, il numero uno della Legacoop passa alla proposta di una via d’uscita e si schiera, da subito, col crescente partito degli scettici sulla efficacia delle ritorsioni.

«La risposta», spiega, «non può essere una spirale di ritorsioni commerciali, che aggraverebbe la situazione e danneggerebbe sia le economie europee che quella americana. È perciò fondamentale che l’Unione Europea, con il sostegno del Governo italiano, lavori per trovare soluzioni diplomatiche e negoziali, evitando l’escalation di una guerra commerciale che penalizzerebbe consumatori e imprese da entrambe le sponde dell’Atlantico. Il commercio internazionale», conclude, «deve basarsi su regole eque e sul rispetto reciproco, non su misure protezionistiche che generano solo incertezza e instabilità».

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