Volontariato

Troppo deboli per rispondere a quei telefoni

«Nessuno ci ha interpellato», «Gli accordi presi sono stati violati». Così replicano le sigle del movimento consumeristico italiano

di Carlotta Jesi

Ignorate. Messe da parte. Prese in giro. Trattate come l?ultima ruota del carro. Così si sentono le associazioni di difesa dei consumatori all?indomani dei rincari decisi da Tim e Omnitel senza informarle. Senza dimostrare il minimo timore, o rispetto, per il lavoro dei tutori degli utenti. Ma non sarà che il movimento consumeristico italiano è troppo debole e anche troppo diviso al suo interno per contare qualcosa? Alcuni dicono di sì: «Ignorati è la parola giusta» si sfoga Teresa Rigo dell?Associazione consumatori utenti. «Abbiamo saputo delle nuove tariffe come tutti i cittadini, il 6 gennaio. Della pubblicità ingannevole non ci eravamo neppure accorti. La verità è che con queste aziende non si può trattare con fiducia e allo stesso livello». Più pessimistica la valutazione di Emanuele Piccari dell?Unione Nazionale Consumatori: «Prendiamo atto del fatto che, non interpellandoci, Tim e Omnitel hanno dimostrato scarsa considerazione per il movimento dei consumatori. Del resto tutto ciò che si poteva fare è stato fatto. Le aziende hanno solo l?obbligo di avvisare l?Autorithy un mese prima, e così è stato». Mentre Gianni Salvarani di Adoc commenta: «Abbiamo imparato la lezione, staremo più attenti». Non tutte le associazioni però prendono la sconfitta così sportivamente. Ce ne sono altre comprensibilmente molto arrabbiate. Ce l?hanno con tutti: con l?Authority, con Tim, con Omnitel, con Telecom e con il ministero dell?Industria.
Partiamo da qui e dalla legge 281 che avrebbe dovuto dare alle associazioni potere e tutela. La realtà invece è ben diversa. «Da quando è stato istituito il Consiglio delle associazioni dei consumatori, in agosto, non si è ancora riscontrato un intervento omogeneo sui grandi temi di interesse dei cittadini» spiega l?avvocato Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo. «Perché manca ancora il regolamento attuativo, e il Consiglio svolge solo un?attività di intervento legislativo. Se il regolamento della 281 fosse già realtà sarebbe stato possibile chiedere l?intervento del giudice per un blocco immediato delle tariffe». Come dire: la legge c?è, ma ancora non funziona. Nonostante la fresca creazione di una direzione ministeriale dedicata alla ?Armonizzazione e tutela del mercato?. La 281 non prevede un ruolo attivo delle associazioni nei confronti del mercato. «Niente ruolo sindacale per il Consiglio» sintetizza il responsabile della direzione, Antonio Lirosi. «Solo la possibilità di dare pareri non vincolanti a governo e Parlamento. Per le citazioni in giudizio, tutto sta all?iniziativa delle singole realtà associative».
E così i colpi di mano ai loro danni si sono sprecati in questi mesi: accordi non rispettati, leggi insufficienti, promesse mai mantenute. Anna Ciaperoni di Federconsumatori se la prende con l?Authority, «un organismo cui noi garantiamo sempre la massima collaborazione ma che in questo caso non ha ritenuo necessario comunicarci l?intenzione di Tim e Omnitel di cui sapeva da tempo». La rivelazione di Antonio Longo, presidente del Movimento di difesa del cittadino, è una vera chicca: «In ottobre, con altre associazioni di consumatori abbiamo incontrato Paola Manacorda dell?Authority per le telecomunicazioni ottenendo molta disponibilità nei nostri confronti, fino a ipotizzare una sorta di concertazione sulle tariffe. E poi invece la signora Manacorda ha dichiarato ai quattro venti di approvare le manovre di Tim e Omnitel». Un episodio che fa il paio con un?altra promessa non mantenuta. Prima che scattassero gli aumenti era stato infatti appena concluso un accordo tra 12 associazioni di consumatori e Tim, sulla falsariga di quello già in atto da 6 anni con Telecom, per la composizione amichevole (la conciliazione extragiudiziale) dei conflitti tra utenti e Tim. È da notare che un tale patto conviene anche all?azienda che lo stipula: dal 1993 a oggi Telecom ha risolto così, senza andare davati al giudice, l?88% delle vertenze con i clienti. Qualcosa come 22 mila cause mai cominciate. «L?accordo firmato con Tim comprendeva anche la promessa di evitare gli aumenti senza consultarci» testimonia Piero Praderi della Lega Consumatori Acli. «Una concertazione che non c?è mai stata. Con Omnitel non siamo arrivati all?accordo perché la società non accetta che siano le associazioni a rappresentare gli utenti. Ritiene di poterli rappresentare benissimo lei». Stessa musica da parte di un altro firmatario dell?accordo, Roberto Brunelli del Movimento difesa consumatori, che si dice pronto a far saltare il tavolo. «Ci sentiamo presi in giro. Spero che questa storia si riveli un autogol». Una difesa impostata decisamente sull?attacco, quella delle associazioni. Che ne hanno anche per Telecom, accusata addirittura di ?comprare? molti dirigenti con regali natalizi imbarazzanti. «Diciamo che anch?io sono stato indotto in tentazione» conferma Benedetto Romano di Adiconsum. «Ma ho sempre restituito gli omaggi».
Bene, ma adesso i consumatori cosa devono fare? Ecco alcuni consigli (opposti) per uscire dalla giungla tariffaria. Elio Lannuti, presidente Adusbef, non ha dubbi: «Rifiutatevi di pagare gli aumenti di Tim e Omnitel perché non sono validi» dice. Mentre Benedetto Romano di Adiconsum soggerisce di pagare e aspettare: una volta sospese le nuove tariffe, si potrà quindi chiedere il rimborso. Infine Ermete Realacci di Legambiente annuncia: denunceremo Tim e Omnitel. Come dire: divisi fino in fondo.

Ha collaborato Cristian Carosi

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