Formazione

Troppo belli per esser veri

Ottimi criteri, scelta di restare fuori dai grandi gruppi bancari. Ma...

di Ida Cappiello

Requiem per il fondo Etif: esiste ancora, ma solo sulla carta. La comunicazione dei rendimenti è stata sospesa, e secondo una fonte vicinissima all?Agenzia europea di investimenti, alla quale il fondo fa capo, la sgr ha ceduto Etif a una società ancora senza nome, ma non interessata alla finanza etica. Quindi, con ogni probabilità sarà liquidato: una débacle sopraggiunta a poco più di un anno dal lancio a causa di una raccolta rivelatasi decisamente inferiore alle aspettative. Perché? Eppure l?entusiasmo in questo caso c?era, eccome. Etif era l?unico fondo di Aei, società impegnata nel rating etico, che aveva come bandiera della propria specificità due cose: l?assoluta indipendenza dal sistema bancario e il riferimento a principi Onu per la valutazione degli investimenti. Forse è stata proprio l?indipendenza a tarpare le ali al prodotto, secondo l?interpretazione di alcuni. Il fondo Etif, lanciato a inizio 2002, era distribuito da un pool di istituti di private banking. Volutamente, si sono lasciati fuori i grandi nomi del credito per evitare conflitti di interessi con gli istituti clienti di Aei per il rating (tra cui Sanpaolo Imi e Unicredito). Nel periodo di crisi seguito all?attentato alle Twin Towers, le banche distributrici si sono concentrate sui propri prodotti, marginalizzando di fatto il fondo Etif e aggravando così le difficoltà di mercato. Forse, come per i giornali, anche per i fondi d?investimento è difficile vivere senza padroni.


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