Formazione

Troppo ai pompieri poco ai volontari

A gennaio il sottosegretario presenterà in Parlamento il suo progetto per la nuova Protezione civile. Una proposta moderna, ma poco attenta al ruolo delle associazioni

di Gabriella Meroni

L? Agenzia nazionale di Protezione civile? Un?ottima idea, che però va realizzata per davvero. La riforma della Protezione civile, targata 1992, ha stabilito un poco invidiabile record: appena approvata, suscitava già perplessità e c?era chi ne invocava la riforma. Una riforma della riforma che, a quanto pare, sta per arrivare. Il sottosegretario Franco Barberi ha le idee chiare: è ora che l?Italia, uno dei Paesi più a rischio del mondo, si doti di una struttura agile, non più dipendente da due o tre ministeri e che possa contare su un proprio portafoglio. Troppe forze in campo Le cifre dell?emergenza sempre incombente ne giustificano la nascita. Nel nostro Paese infatti il 40 per cento della popolazione vive a rischio di questa o quell?altra catastrofe: 2 milioni di persone sono minacciate da eruzioni vulcaniche, una ventina di milioni potrebbero essere colpite da terremoti ma continuano a vivere (non per colpa loro) in case costruite senza criteri antisismici (il 60 per cento delle nostre abitazioni è così, in alcuni centri storici sono tutte così). Ma a fronteggiare queste possibili emergenze ci sono troppe strutture che finiscono con il sovrapporsi: in caso di calamità sono tenuti a mobilitarsi i sindaci, i prefetti, i presidenti delle province, delle regioni, i funzionari del ministero dell?Interno, del Dipartimento di Protezione civile, i vigili del fuoco, le forze armate, i corpi di polizia, i volontari, la Croce rossa, la forestale, il soccorso alpino… un po? troppi, specialmente quando si tratta di coordinarli. Ma sempre pochi quando si devono dividere le responsabilità di mancati soccorsi, ritardi e disfunzioni. Un?unica autorità che coordina Ecco dunque l?idea di Barberi: l?agenzia che verrà sarà l?unico referente per tutte le decisioni; il suo braccio operativo sul territorio saranno i vigili del fuoco, presenti un po? dappertutto, i cui comandanti provinciali potranno poi avvalersi di tutte le altre forze disponibili, chiedendole alle prefetture che, per una volta, dovranno adeguarsi alle loro indicazioni. I tempi previsti per la presentazione della riforma in Parlamento non sono poi così lunghi: a gennaio Barberi andrà alle Camere ad annunciare la sua nuova Protezione civile. Ma cosa ne pensano quelli che di fatto nelle emergenze son i primi a mobilitarsi, i volontari? Lo abbiamo chiesto ai responsabil delle maggiori associazioni, Anpas e Misericordie. Che tutto sommato promuovono Barberi, ma a certe condizioni. Che ruolo per i volontari? «A dir la verità, siamo un po? preoccupati» dice Luciano De Matteis dell?Anpas. «Sul fatto che sia necessaria una grande Agenzia Nazionale diffusa sul territorio non si discute. Ma la proposta del professor Barberi suscita dubbi. Non si capisce quale sia l?effettivo ruolo delle prefetture e perché ai vigili del fuoco venga affidata, almeno sulla carta, quasi tutta la responsabilità per l?emergenza. Ma, soprattutto, non si capisce il ruolo che dovrebbe avere il volontariato senza cui, penso se ne siano resi conto tutti, gli interventi di primo soccorso sarebbero impossibili». Un dubbio analogo è quello espresso da Francesco Giannelli, presidente delle Misericordie: «Bisogna capire quale spazio verrà riservato al volontariato. Su questo siamo pronti a combattere le guerre puniche. Sempre più diffusa è infatti la voce che la burocrazia ministeriale intenda far coordinare le associazioni di volontariato da funzionari dell?amministrazione pubblica regionale costituendo delle specie di ?corpi speciali? che si occupino, per esempio, di controllare le piene dei fiumi o della manutenzione delle strade. Soluzione che permetterebbe loro di avere manodopera a buon mercato senza il bisogno di istituire gare, appalti o concorsi per assumere personale». Uno snaturamento in piena regola. Accorsi da Nord a Sud Ma c?è anche un altro appunto da sottoporre alla riflessione del sottosegretario. «Se è ammissibile coordinare le associazioni di volontariato su base provinciale e regionale», argomenta De Matteis, «Cosa succede quando si verifica un?emergenza a livello nazionale? Davvero non sarebbe più possibile inviare uomini provenienti da diverse regioni?». Una domanda che rimane aperta. Proprio la capacità di Anpas e Misericordie di coordinare i propri uomini dal Nord al Sud, infatti, ha potuto garantire soccorsi efficienti e il naturale turnover di forze nell?ultimo terremoto dell?Umbria, che ha impegnato centinaia di persone. Ma l?idea di Barberi è buona Nel complesso, però, di questa rivoluzione si sentiva il bisogno. «Quella del Professor Barberi è una proposta moderna, che ricalca la struttura ?federalista? già assunta dalla Protezione civile in molti stati europei» riconosce Giannelli. E De Matteis aggiunge: «Franco Barberi ha saputo creare nella classe politica e nella gente comune un reale interesse per i problemi della Protezione Civile. Prova ne sia che oggi si costituiscono sempre più associazioni volontarie in cui sei o sette persone si danno da fare per proteggere i loro boschi dagli incendi e controllare che non straripino gli argini». Gabriella Meroni (ha collaborato Carlotta Jesi)


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