Troppi neonati abbandonati, e il “chiosco” destinato ad accoglierli chiude. Succede in Cina, nella città meridionale di Guangzhou, dove le autorità (nell’ambito di un programma di contrasto agli infaticidi partito nel 2011) a fine gennaio avevano piazzato una struttura mobile, simile a un’edicola, dove i genitori potevano lasciare in sicurezza i loro neonati indesiderati. Una culla termica era pronta ad accogliere il piccolo, e un’equipe medica, avvisata da uno speciale sistema di allarne, era pronta a intervenire entro dieci minuti al massimo. Ovviamente il tutto in assoluto anonimato, per garantire i genitori che non avrebbero avuto alcuna conseguenza legale in seguito all’abbandono, che in Cina è comunque reato.
Ebbene, contrariamente alle aspettative l’iniziativa ha avuto un successo clamoroso, tanto che in meno di due mesi i neonati abbandonati sono stati 262, in media 5 al giorno. “Non siamo in grado di garantire la qualità dell’assistenza con questi ritmi”, hanno quindi fatto sapere le autorità, che la scorsa settimana sono state costrette a chiudere il chiosco.
Una chiusura “temporanea”, tuttavia, vista l’entità del bisogno, e anche il fatto che molti dei neonati lasciati alle cure altrui sono malati o disabili; obiettivo della pausa è infatti proprio quello di migliorare e potenziare il servizio che, fanno sapere i sanitari, finora ha accolto “un numero più o meno uguale di bambini maschi e femmine”.
Dal 2011 in Cina sono sorte circa 25 altre strutture pensate per chi non può o non vuole crescere un figlio, anche in seguito all’allentarsi della politica del figlio unico a ogni costo. Secondo i critici, i “chioschi dell’abbandono” offrono una facile scorciatoia agli irresponsabili, mentre secondo altri sono un prezioso aiuto contro la piaga dell’infanticidio, non ancora del tutto debellata a livello nazionale.
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