Che li si chiami ?street children?, meninos do rua o bambini di strada, poco importa. Quel che conta, per i 30 milioni di bambini che oggi vivono in assoluta povertà nel mondo, è che di loro si cominci a parlare. «A dire che, contrariamente a ciò che la gente crede, i bambini di strada hanno uno o entrambi i genitori», spiega Roberta Vocaturo del Consortium For Street Children. Una rete di agenzie umanitarie inglese che raccoglie fondi, organizza campagne di sensibilizzazione, monitora i diritti dei bambini e fa lobbying presso governi e organizazioni intrnazionali perché , nel 200, nessun bambino debba più vivere per strada. E dire, come il piccolo Budi, indonesiano di 12 anni: «Quando crescerò, voglio che i miei bambini vadano a scuola».
I suoi e quelli di tanti altri ragazzini del mondo. «Sporchi, a volte violenti, malati e spesso drogati. Certo», precisa Roberta Vocaturo, «ma soprattutto soli. Quando chiedi loro a chi appartengono, dall?Africa all?America Latina, rispondono: nadie, nobody?s nedcabeye…nessuno. È l?ora di fare qualcosa».
Per dare una mano, potete contattare: Consortium For Street Children Uk, tel.0044.171.2740087, E-mail: cscuk@gn.apc.org
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