Welfare

Troppe denuncie, un medico su quattro pensa a lasciare

Secondo Maurizio Maggiorotti i professionisti sono sempre piu' impauriti dalle denunce dei pazienti

di Redazione

Medici assediati dalle denunce dei pazienti. Il trend dei contenziosi per errori professionali, da tempo in costante aumento, nell’ultimo mese sembra infatti aver toccato livelli di guardia. “Anche se non e’ possibile quantificarlo, dopo il caso della lite in sala parto a Messina, il numero dei professionisti denunciati e’ in progressivo aumento. Tanto che un medico su quattro ha ultimamente confessato di aver accarezzato l’idea di mollare il camice. Per paura che dietro ogni paziente si nasconda una denuncia, e quindi un nemico”. E’ il quadro tracciato da Maurizio Maggiorotti, presidente Amami, l’Associazione per i medici accusati di malpractice ingiustamente, che nelle ultime settimane sta raccogliendo “numerose lamentele” da parte dei camici bianchi. Lamentele che hanno origine proprio dal clima che si sta creando in corsia, tra cittadini allarmati dagli ultimi casi di presunta malasanita’ e i professionisti sempre piu’ impauriti dalle denunce dei pazienti. L’Amami stima che oltre l’80% dei chirurghi ha ricevuto o ricevera’ almeno una richiesta di risarcimento o un avviso di garanzia per presunta malpractice durante il corso della vita lavorativa. “Considerando la durata dei processi – spiega Maggiorotti – possiamo affermare che i camici bianchi italiani trascorrano un terzo della propria vita lavorativa sotto processo. Tuttavia, l’esperienza attuale ci porta a considerare che l’80% dei processi per malpractice (a livello penale) si conclude con l’assoluzione del medico imputato”. In campo civile, invece, l’80% delle domande di risarcimento viene accolta, “ma – sottolinea Maggiorotti – alla fine il risarcimento equivale al 10% della richiesta iniziale”.

Difficile pero’ una quantificazione precisa. “Al momento – sottolinea il presidente dell’Amami – non esistono dati reali sull’argomento. Gli unici dati disponibili provengono dall’Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici) che considera sinistro ogni semplice richiesta di risarcimento o informazione di garanzia a prescindere dalla colpevolezza del medico. Altri dati sono forniti dal Rapporto Pit Salute del Tribunale del malato che raccoglie esclusivamente le segnalazioni dei pazienti anno per anno, rivolte a strutture sanitarie o singoli operatori medici e paramedici”. Troppo poco per l’Amami, che chiede l’istituzione di un Osservatorio dell’errore e del contenzioso paziente-medico. “Siamo in costante contatto con il ministero della Salute per cercare di creare questo Osservatorio. Solo cosi’ – sottolinea Maggiorotti – si potranno ottenere i primi dati reali del fenomeno”. Ma l’associazione chiede anche l’assicurazione obbligatoria per le strutture sanitarie, e l’introduzione di una norma che renda obbligatorio il ricorso preventivo per risolvere queste controversie al di fuori delle aule dei tribunali. Secondo gli ultimi dati dell’Ania, l’ammontare delle denunce e le relative aperture delle pratiche di risarcimento dei sinistri in area medica (contro Asl e singoli medici) e’ passato da 9.567 del 1994 a 29.597 del 2008. Circa il 200% in piu’. Una crescita esponenziale accompagnata da quella parallela dei premi assicurativi pagati da Asl e medici, passati dai 35 milioni del ’94 ai 453 milioni del 2007.

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