Cultura

Tricarico? Poetica del fanciullo in chiave pop

Recensione del cd "Tricarico" di Francesco Tricarico.

di Enrico Barbieri

E’ l?anno dei girotondi: ben venuto allora all?album di Francesco Tricarico, che nel lettore gira eccome. E girano i personaggi delle sue canzoni, trasportati dalle melodie tonde tonde di queste strane filastrocche dal sapore amaro. Così Tricarico si era presentato al pubblico, con una cantilena piena di luci e colori, accompagnata da un bel video notturno. Un piccolo incubo in taglia 0-12. La canzone Io sono Francesco è uscita nel settembre 2000 e non ha impiegato molto tempo per farsi apprezzare. Aveva gli ingredienti giusti: semplicità e una certa cupezza di fondo, perché il mondo dei grandi, si sa, è cattivo e fa male. A distanza di due anni, esce il suo primo album, Tricarico, con dentro 12 brani, 6 dei quali già usciti su singolo. La raccolta brilla di versi talvolta fulminanti e, fino a un certo punto, si fa ammirare per un linguaggio musicale circolare e rarefatto, che va avanti per intuizioni, spunti e illuminazioni improvvise. La poetica del fanciullino in chiave pop. I riferimenti sono agli anni 80, al primo Luca Carboni, alla nuova ondata elettro-pop italiana (Max Gazzé, per esempio). E anche se alla lunga il disco mostra un po? la corda e le idee si fanno più fiacche, non capita tutti i giorni di poter usare il termine cantautore. Lui, il buon Tricarico, sicuramente di stoffa ne ha. Peccato solo che ora che è cresciuto cominci ad andargli un po? stretta.

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