Welfare

Tribunali minorili, per la riforma non c’è più tempo

L'associazione dei magistrati a convegno

di Benedetta Verrini

«Non è più il momento: concentriamoci sui diritti dei bambini che vengono ancora negati», annuncia la presidente Laura Laera «Noi giudici minorili viviamo in una frontiera. Siamo i primi a raccogliere il disagio del momento storico, a guardare in faccia la crisi, perché ci occupiamo dei più fragili, i bambini». Laura Laera, consigliere della Corte d’Appello di Milano e presidente dell’Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e la famiglia, avverte che non è più tempo di disquisire sulla riforma dei tribunali minorili. È necessario riportare il dibattito sui diritti. È il tema – non a caso – del prossimo convegno nazionale dell’associazione, che si terrà a Milano il 13 e 14 novembre.
Vita: Cosa significa parlare di diritti dei minori nel tempo della crisi?
Laura Laera: Abbiamo deciso di approfondire questo argomento, proprio nel ventennale della Convenzione di New York, perché in un’epoca di profonda trasformazione socio-economica come questa, i tribunali minorili si trovano in un difficile avamposto. Nelle nostre aule si materializzano, drammaticamente, problemi come la dissolvenza dei legami familiari e la crisi dei modelli educativi. Sia l’ambito penale che quello civile ci restituiscono l’immagine di un’infanzia in grave sofferenza e di questo è bene parlare con tutti gli operatori coinvolti, dai giudici agli avvocati, dagli operatori dei servizi alle associazioni.
Vita: Niente più riforma dei tribunali per i minorenni?
Laera: Direi che il momento è ormai scaduto. Ne parliamo da un tempo infinito, sappiamo di dover fare i conti con strutture inadeguate, carenza di personale, un processo penale che funziona ma ha poche risorse. A questo punto è meglio che ci sforziamo per far procedere al meglio ciò che abbiamo, con un impegno particolare verso la realizzazione di una giustizia mite e una vera salvaguardia dei diritti dei bambini, che a volte vediamo negati anche negli aspetti fondamentali.
Vita: A cosa si riferisce, in particolare?
Laera: A tante situazioni, di fatto e di diritto. Penso al bambino morto asfissiato a causa di un braciere a Napoli, perché l’Enel aveva tagliato la luce. Ma anche alle conseguenze del pacchetto sicurezza, laddove vengono negati ai bambini la registrazione all’anagrafe o alle cure mediche, per il timore di incorrere nel reato di clandestinità.
Vita: Cosa potete fare, come magistrati?
Laera: Siamo chiamati a far applicare la legge, ovviamente. Ma come associazione ci sentiamo di dar vita a un dibattito, perché i diritti fondamentali dei minori non siano negati.

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