Volontariato
Treviso: immigrati a scuola di dialetto
Il presidente della Provincia, Leonardo Muraro, vorrebbe inserirlo nei programmi scolastici
di Chiara Sirna
Ce li vedete un cinese o un arabo parlare dialetto veneto stretto? E’ quello che vorrebbero i dirigenti della Lega Nord di Treviso, che hanno proposto di inserire nei programmi scolastici, oltre all’inglese, anche il dialetto locale. Nuova lingua straniera, utile a omunicare con mezzo mondo. L’obiettivo – dicono – è fare in modo che gli stranieri “imparino a rapportarsi meglio con i propri compagni”.
Insomma per diventare dei veri poliglotti, cinesi, magrebini, albanesi, africani e tutti gli altri ragazzi extracomunitari che vivono a Treviso dovrebbero imparare a scuola anche il dialetto veneto.
A lanciare la proposta e’ il presidente leghista della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, convinto che in questo modo i ragazzi extracomunitari possano integrarsi meglio. E da quest’anno già una scuola elementare privata della citta’ ha inserito nel programma un corso di lingua e cultura veneta.
“Qui da noi il 99% della gente parla il dialetto, vecchi e giovani, al bar come nei discorsi pubblici e se i ragazzi immigrati vogliono capirsi meglio con i loro compagni devono imparare a parlarlo – spiega Muraro -. Noi non vogliamo perdere le nostre tradizioni e vogliamo che le persone che vivono qui capiscano la nostra cultura. Il dialetto é così radicato che la Provincia di Treviso ha curato la pubblicazione addirittura di due dizionari di dialetto trevigiano: quello si parla a destra del Piave e quello parlato a sinistra del Piave”.
Niente a che vedere con “l’imposizione”, dunque. Tutto si spiega come un primo importante tentativo di “integrazione”.
“Del resto molti ragazzi stranieri che vivono qua da anni o che sono nati qui il dialetto lo parlano già – conclude Muraro – Ieri ho ricevuto una quinta elementare di Ponzano e su 22 alunni c’erano 8 nazionalita’ diverse: be’ due ragazzi del Ghana, un kosovaro e un bosniaco parlavano il nostro dialetto”.
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