Sostenibilità

Trentino, i cassonetti anti orso? Fra cinque anni

Lo sconcerto della Lega anti vivisezione-Lav all’annuncio dell’assessora provinciale Giulia Zanotelli. «In questo modo non si fa prevenzione degli incontri con i plantigradi». I cassonetti previsti anche dal progetto Life Ursus e che dissuadono gli animali dal frequentare i centri abitati avrebbero dovuto essere posizionati entro quest’anno sul territorio

di Antonietta Nembri

Ancora 5 lunghi anni per distribuire i cassonetti anti-orso, che invece sono la soluzione immediata per non far avvicinare gli animali ai centri abitati. Chi quindi incentiva gli incontri umani-orsi?”. È questa la domanda che si pone la Lega anti vivisezione – Lav dopo l’annuncio dell’assessora alle foreste della Provincia autonoma di Trento, Giulia Zanotelli che i cassonetti anti orso che dovevano essere posizionati sul territorio entro quest’anno lo saranno solo entro il 2028.

L’annuncio, ricorda una nota della Lav è avvenuto nel corso di un incontro tra la stessa assessora e alcuni portatori di interesse (settori legati alla montagna e alla zootecnia, categorie economiche). Incontro “dal quale sono state escluse le associazioni animaliste e ambientaliste”. Lav sottolinea come da questo fatto emera anche «come la Provincia di Trento continui con pervicacia a mantenersi ancorata alle sue non scelte fallimentari sul tema della sicurezza dei cittadini ritenendo “equilibrato” e “naturale” un rapporto di supremazia dell’uomo sugli animali». La Lav inoltre sottolinea che l’assessora Zanotelli invochi ancora «l’abbattimento degli orsi, sostenendo che “non può più essere un tabù”, ma non fa alcuna proposta concreta per diffondere tra i cittadini le regole elementari che devono essere adottate in qualsiasi territorio abitato anche dagli orsi, tema sul quale la Provincia era impegnata fin dalla sua reintroduzione dei plantigradi anni fa sul territorio trentino».


Per la Lav è “sconcertante constatare che solo nel 2021 sono cominciate le prime installazioni dei cassonetti anti-orso, lo stesso anno nel quale il Rapporto rilasciato da Ispra e Muse evidenziava la necessità di completare la loro sostituzione entro gennaio 2023, mentre ora la provincia ci dice che bisognerà attendere ulteriori cinque anni”.

«Tutti gli orsi che in questi cinque anni saranno indotti a frequentare i centri urbani perché privi di cassonetti anti orso e che perciò verranno marchiati come “confidenti”, saranno perciò esclusiva responsabilità della Provincia di Trento» dichiara Massimo Vitturi, responsabile Lav, Animali Selvatici «come gli eventuali incidenti che dovessero verificarsi, analogamente a quanto già avvenuto con gli orsi che sono stati classificati confidenti dal 2000 a oggi per la mancata installazione dei cassonetti anti orso».

L’amara constatazione è che saranno otto gli anni in totale «il periodo necessario alla Provincia di Trento per risolvere un problema urgente, che sta causando sofferenza agli animali e alle persone e che doveva essere affrontato già dal 2000 come indicato nello studio di fattibilità del progetto Life Ursus. 8 lunghi anni per occuparsi di una soluzione semplice, che riguarda un territorio di soli mila chilometri quadrati. Soluzione che potrebbe evitare l’avvicinamento degli orsi ai centri abitati, perché attirati dai rifiuti, lasciati nei cassonetti dai cittadini trentini, e dalle fonti di cibo, rese disponibili tramite il sistema delle mangiatoie per foraggiamento caricate con il mais e utilizzate dai cacciatori per attirare gli ungulati».

In apertura i cassonetti anti orso – foto da Ufficio stampa

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