Cultura

Trent’anni senza don Tonino ma con la sua eredità

Il 20 aprile 1993 moriva monsignor Tonino Bello, vescovo di Molfetta (Bari), presidente di Pax Christi. Cinque libri per conoscere la sua testimonianza e il suo pensiero

di Giampaolo Cerri

Trent’anni che sembran volati. Pare ieri, infatti, che don Tonino Bello se ne andava, dopo 58 anni vita intensamente vissuta. Proprio oggi, 20 aprile, s’arrendeva dopo due anni di lotta a un tumore che lo aveva colpito. Quella malattia che non gli aveva impedito, a dicembre 1992, di marciare verso Sarajevo, in quella Bosnia martoriata dalla guerra civile. E il 31, raccontano le cronache, sotto una pioggia battente aveva guidato nella sua Molfetta, migliaia di ragazzi venuti da tutta Europa, per un altro gesto di pace. Praticamente un congedo dalla sua gente e dal popolo di Pax Christi, di cui era la guida dal 1985.

VITA è nata dopo, nel 1994, ma se provate a cercare anche solo nell’archivio online, che è parziale visto che parte nel 2001, trovate 69 articoli che lo citano: gesti, assemblee, marce, raccolte, libri, testimonianze nel nome di don Tonino, per dire quanto la sua memoria sia viva e abbia attraversato, animato, sostenuto, migliaia e migliaia di persone, credenti e non.

Per ricordarlo, abbiamo voluto scegliere alcuni libri dalle Edizioni La Meridiana, la casa editrice barese che da sempre ha pubblicato i libri “del” e “sul” vescovo pacifista. Pochi titoli, cinque, che però possono consentire, a chi volesse, di conoscerne l’impegno e la spiritualità, in un itinerario semplice.

A cominciare da uno dei suoi più conosciuti: Sui sentieri di Isaia (pagg. 199, euro 10,00), dedicato «ai ventenni di Tien-an-men, che col sacrificio della loro primavera ci riscattano dall’autunno del nostro speranze». Come ricordava Guglielmo Minervini, anch'egli scomparso precocemente, nella prefazione, «l’anelito di profezia che intride queste pagine, pur nella storicità del loro contesto, è essenziale per sostenere il passo di quanti avvertono l’urgenza dell’annuncio di pace, quel resto di Israele cui è affidato oggi il sogno di Isaia».

In Sud a caro prezzo (pagg. 85, euro 10) si trovano alcune riflessioni del sacerdote sui problemi del «suo» Mezzogiorno. Sono lettere, omelie, appelli su disagio, disoccupazione, povertà strutturali, rischi criminalità. Essendo un libro del 2018, consente di leggere una postfazione di un grande studioso come Franco Cassano, scomparso nel 2021. «La cultura laica e quella della fede», scriveva il sociologo, «si possono incrociare proprio in quella parresia, nella capacità di rifiutare ogni complicità con il potere e nel dire ad esso la verità, quale che sia il fondamento di questa volontà di dire la verità: il coraggio del cittadino o l’ispirazione divina del profeta».

Fondamentale lettura anche Dissipare l’ombra di Caino, Appunti sulla non violenza, libricino di 28 sapide pagine, pubblicato la prima volta nel 1989 e ristampato molte volte. «Le conclusioni sono semplici», chiude il suo ragionamento don Bello, «ho voluto farvi percepire come il brivido biblico contro la violenza pervade le pagine del vivere umano» (pagg. 28, 4,50 euro).

La figura del vescovo di Molfetta affiancata a quella di Papa Francesco è invece il cuore del lavoro di Sergio Paronetto, vicepresidente di Pax Christi, uscito nel 2015 nella collana Paginealtre: Amare il mondo. Creare la pace (pagg. 110, euro 14,50). «Caro don Tonino», scrive l’autore, «papa Francesco ti considera un santo. L’ha detto al tuo amico Salvatore, parroco di Gallipoli, a Santa Marta. Per noi lo sei da sempre. Lo sei anche per chi non è cristiano».

È invece dello scorso anno, l’opera forse più affascinante sul vescovo: una storia a fumetti, Don Tonino Bello. Una storia che parla di futuro, illustrata da Adriano Pisanello, pittore e fumettista, leccese di Alessano come il vescovo, che ha realizzato la graphic novel su richiesta del fratello di don Bello, Trifone Bello: 580 disegni che raccontano quella incredibile storia di lotta e di fede, che stanno dentro un’unica vita che per la Chiesa cattolica – cui don Tonino appartenne sempre tentennamenti mai – lo ha dichiarato venerabile, primo passo verso l’elevazione agli altari, nel gennaio dell’anno scorso.

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