Anniversari

Trent’anni di relazioni e trame che ricuciono Milano

La cooperativa sociale Spazio Aperto Servizi - Sas ha voluto festeggiare il suo compleanno in modo originale: raccontarsi nel Podcast “Fili tesi”, attraverso quattro storie emblematiche delle proprie attività. Voce narrante Giuseppe Fiorello che guida gli ascoltatori attraverso le esperienze di quattro persone che hanno visto la loro vita cambiare in meglio grazie ai progetti di Sas

di Antonietta Nembri

C’erano un gruppo di giovani, nel quartiere GIambellino di Milano, che tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta decisero di mettersi in gioco lanciando il cuore oltre l’ostacolo e insieme dar vita a una cooperativa che rispondesse ai bisogni delle persone con disabilità, partendo dall’assistenza scolastica. Nasceva così Spazio Aperto Servizi

Trent’anni dopo le attività spaziano dai servizi socio-sanitari, assistenziali, educativi e di accoglienza abitativa avendo come stella polare la promozione dei diritti, l’inclusione e il contrasto a ogni forma di povertà e discriminazione

Trent’anni da celebrare

Alla serata di lunedì 5 febbraio al Talent Garden di Milano dove Spazio Aperto Servizi ha voluto celebrare il suo compleanno erano presenti in tanti: soci, lavoratrici e lavoratori, amici della prima ora, alcuni dei fondatori, ma anche il sindaco Giuseppe Sala, l’assessore al Welfare Lamberto Bertolé, la vicepresidente di Fondazione Cariplo Claudia Sorlini. Trai presenti anche il presidente nazionale di Confcooperative Federsolidarietà, Stefano Granata tra i soci fondatori trent’anni fa insieme a Alberto Fontana. 

«È anche il mio compleanno», ha detto Granata ricordando i primi passi al Giambellino e l’idea iniziale di «lottare contro le disuguaglianze, non solo mettendo un tappo, ma dando a tutti la possibilità di essere cittadini».

Il sindaco Giuseppe Sala all’evento di Spazio Aperto Servizi

«La nostra è una storia d’amore con la città di Milano», ha osservato la presidente di Sas Maria Grazia Campese, introducendo il sindaco Sala che ha voluto da un lato sottolineare la milanesità di un’esperienza come quella di Spazio aperto servizi che dura da così tanto tempo e dall’altro ha ammesso «sono qui per ringraziare perché il Comune da solo non ce la fa». E ha ricordato non solo le attività della cooperativa a favore dei Msna e nell’accoglienza dei profughi ucraini, ma anche le attività di housing «l’abitare è un ambito in cui Milano deve fare di più», ha osservato. Infine ha riconosciuto come la cooperativa negli anni abbia dimostrato attenzione ai bisogni straordinari con la capacità di interpretare sia il mutualismo sia una grande imprenditorialità. 

Da parte sua l’assessore Bertolé ha osservato che «senza Spazio aperto servizi Milano sarebbe un po’ più fragile» e ha rilanciato una delle sfide future: l’amministrazione condivisa grazie coprogrammazione e coprogettazione. La vicepresidente Sorlini ha voluto infine elogiare «la capacità di fare innovazione sociale» dimostrata dalla cooperativa. 


“Fili tesi”, il podcast

In occasione della sua festa di compleanno però Spazio aperto servizi ha voluto fare «un regalo alla città e allo stesso tempo sottolineare il valore della storia», come ha sottolineato Campese nell’annunciare “Fili Tesi”, il podcast di Chora Media che, ha continuato la presidente «prova a raccontare una storia ricca, frutto del lavoro quotidiano». 

Mario Calabresi, nell’introdurre il talk dedicato ai quattro episodi del podcast ha voluto ricordare come si tratti sì di racconti orizzontali, ma allo stesso verticali grazie alle singole storie. A fare da voce narrante Giuseppe Fiorello che si è detto «travolto da tutte le storie», ricordando come in occasione delle registrazione si sia sentito «inserito in un flusso emotivo che mi dava la gioia di raccontare».

Sul palco, da sx Fiorello, Campese, Marayah, Fontana, Granata e Calabresi

Fiorello si è detto «orgoglioso di fare da tramite, grazie al mio mestiere, per raccontare storie che mettono al centro l’essere umano in tutta la sua complessità e fragilità. “Fili tesi” racconta anche il percorso formativo di un gruppo di ragazzi e ragazze che hanno donato il loro tempo, le loro forze e la loro visione a chi ne aveva fortemente bisogno».

I quattro episodi

Nel corso di quattro episodi di circa 20 minuti, la voce di Fiorello guida l’ascoltatore a conoscere Marayah, una giovane transgender fuggita dalle violenze familiari dopo un outing traumatico; Elisabetta, che, allontanata dalla madre naturale, ha scoperto una nuova famiglia e un ambiente sereno in cui crescere; e Manuela, pioniera nella battaglia per l’autonomia delle persone con disabilità. La narrazione si srotola attraverso le esperienze di molte altre persone, famiglie spezzate e poi ricomposte, rinascite, conquiste e dolori superati grazie ai fili tesi da chi ha scelto di ascoltare le richieste d’aiuto di coloro che venivano ignorati. La voce che ricorda la Genesi al Giambellino è quella di Alberto Fontana.

«Il podcast è uno strumento potente che può arrivare a tutte e tutti, con un linguaggio forte non solo per “addetti ai lavori”. Abbiamo cercato di condensare in quattro puntate una storia corale di tanti anni e tante persone, questo racconto è solo rappresentativo di un legame profondo con la città di Milano», ha concluso Campese.

Fili tesi è disponibile sulle principali piattaforme audio (Spotify, Apple Podcast, Spreaker e Google Podcasts).

Nell’immagine in apertura da sx Giuseppe Fiorello, Maria Grazia Campese e Mario Calabresi – foto di Francesca Panaioli

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