Famiglia

Trentamila posti negli asili nido del non profit

Le materne cattoliche della Fism pronte ad aprire in due anni centinaia di strutture in Italia. Esperienze già realizzate in Veneto, Lombardia,Emilia, Friuli

di Redazione

Oltre trentamila bambini da zero a tre anni potrebbero trovare posto, entro un biennio, nei ?nidi integrati? che le scuole materne di ispirazione cattolica sono pronte ad aprire se il Parlamento approverà in tempi brevi il relativo disegno di legge presentato circa un anno fa. Lo confermano i responsabili della Fism, la Federazione italiana scuole materne presente in tutt?Italia con oltre 8 mila scuole frequentate da 550 mila bambini che, poche settimane fa, ha tenuto il suo ottavo congresso a Montecatini Terme. Il disegno di legge che potrebbe aprire le porte di decine di nuove strutture è intitolato «Norme per lo sviluppo e la qualificazione di un sistema di servizi per i bambini in età inferiore ai tre anni». Presentato dal Governo ormai un anno or sono, il provvedimento ha come obiettivo l’istituzione di una normativa nazionale in grado di rispondere alle effettive necessità delle famiglie, troppo spesso alle prese con le lunghe liste d?attesa (e le rette elevate) dei nidi comunali. «Siamo consapevoli della costante crescita della domanda di servizi educativo-assistenziali per la prima infanzia», spiega il segretario nazionale della Fism Luigi Morgano, «ed è per questo che all?indomani della presentazione del disegno di legge ci siamo attivati per strutturare una proposta che consentisse l?estensione delle esperienze già in atto; i nidi integrati, infatti, accolgono già 3000 bambini in tutta Italia. In assenza di una legge quadro le scuole materne della Fism sono riuscite a sfruttare le opportunità offerte dalla legislazione di alcune regioni e hanno avviato esperienze pilota: «In Veneto abbiamo già istituito 92 nidi integrati, che accolgono 1830 bambini da zero a tre anni, e altre esperienze simili, come quelle dei ?nidi primavera? sono felicemente avviate in Emilia Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Sardegna. Ma per estendere il servizio, e mantenere la promessa dei 30 mila posti, occorre che il Parlamento approvi alla svelta il disegno di legge. «Abbiamo incontrato recentemente il ministro per la solidarietà sociale Livia Turco», spiega Luigi Morgano, «con la quale abbiamo iniziato un dialogo costruttivo. Ora chiediamo al Parlamento una rapida approvazione della legge con le modifiche che abbiamo suggerito in merito alla flessibilità delle tipologie, agli standard nazionali, al reinvio alle Regioni». Deputati e senatori, adesso tocca a voi.


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