Non profit

Trenta ore per la vita si racconta in 50 foto

Con una mostra romana, l’associazione di raccolta fondi in tv spiega a che punto sono i progetti di solidarietà. Con uno scopo: la trasparenza

di Barbara Fabiani

Dove sono finiti 140 miliardi di lire in otto anni? Ve lo racconta una mostra fotografica dal titolo Ogni aiuto è grande quando fiorisce che documenta in cinquanta scatti come sono stati impiegati i fondi raccolti in questi anni dalla maratona televisiva Trenta ore per la Vita.
Nel 1994 un gruppo di artisti, professionisti e imprenditori sensibili alle tematiche sociali decise di impegnarsi nella lotta ad alcune gravi malattie. Che fare? Limitarsi a una colletta tra colleghi o coinvolgere altri con il mezzo più ?casalingo? che ci sia, la tv? La risposta la conosciamo, e la mostra allestita con la collaborazione della Scuola romana di fotografia scopre i volti, gli ambienti, le atmosfere di cui sono fatti i 500 progetti realizzati grazie alla generosità dei telespettatori. Un ragazzo down si rivolge al vicino con un sorriso complice facendo segno col dito di fare silenzio: chissà cosa ha in mente di combinare all?educatrice del laboratorio musicale di Campobasso realizzato per l?Associazione italiana persone down. «Grazie a Trenta ore per la vita abbiamo risvegliato il loro interesse per il mondo», racconta Giuseppe Cutrera, presidente dell?associazione. «Stimolati e guidati hanno superato tante difficoltà, acquistando un nuovo modo di rapportarsi con gli oggetti fino a sviluppare abilità lavorative». Dall?altra parte della sala espositiva, allestita con le creazioni di due giovani scenografi, Daniela Pareschi e Michele Mieggi, un?altra foto mostra un Dr. Pagliaccio mentre distrae un bambino ricoverato nel centro di oncoematologia pediatrica della Clinica universitaria di Pisa. «Nello scattare queste immagini il rischio era quello di indulgere in facili pietismi», racconta Carlos Pilotto, direttore della Scuola romana di fotografia. «Invece ciò che le foto comunicano è la voglia di essere tutti volontari, di essere una goccia che diventa mare». La Lega per la lotta contro i tumori, l?Ail, l?Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, e poi reparti specializzati, case famiglia, centri di riabilitazione, sono tra le molte realtà beneficiarie.
La mostra si pone in linea con la scelta di fare della trasparenza il segreto dell?efficacia di questa raccolta fondi annuale. «A ogni edizione presentiamo ai telespettatori i progetti per i quali si chiede denaro. Il pubblico può così capire ciò che si realizzerà con il suo contributo», spiega Alessandro Botti, presidente di Trenta ore per la vita. «Allo stesso tempo ciascun beneficiario si impegna ad adottare alcune regole a garanzia della trasparenza sui fondi, accettando che la donazione sia accompagnata da controlli sull?esito dei progetti». I fondi ricavati dall?edizione 2001 saranno impegnati contro la sclerosi multipla, nel progetto Cesvi contro la trasmissione dell?Hiv dalla madre al nascituro in Zimbabwe, e in favore delle famiglie degli italoamericani vittime dell?attentato alle torri di New York.
Info: La mostra è aperta fino al 19 dicembre presso
Scuola romana di fotografia, via degli Ausoni 7, a Roma.
tel. 06.39725783
Internet: www.trentaore.org

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