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Treni pendolari: 3 milioni quelli che ogni giorno viaggiano sul trasporto locale

I dati raccolti da Legambiente nel rapporto Pendolaria 2015 raccontano che ogni giorno quasi 3milioni di passeggeri usufruiscono del servizio ferroviario regionale. Il pendolarismo è un fenomeno che si presenta soprattutto a livello di trasporto locale ed è costantemente in crescita

di Marco Dotti

Tasse dei poveri per sussidiare i ricchi

La distribuzione degli utenti dei treni ad alta velocità per gruppi socioprofessionali è «altamente sbilanciata a favore dei gruppi a reddito elevato». Lo scrive Francesco Ramella, in un volume del 2011 Trasporti e infrastruttura Un’altra politica è possibile (Ibl, Torino). Nella sua analisi, Ramella, professore di Trasporti e logistica all’Università di Torino, osserva che le ricerche mostrano che i manager e i professionisti, in tutto il 6% della popolazione, rappresentano il 46% degli utenti del Tgv sulla linea Parigi-Lille e il 39% su quella Marsiglia-Lione. Al contrario, «gli operai e gli impiegati – il 26% della popolazione – costituiscono rispettivamente il 12% e il 9% degli utenti delle stesse linee». Conclusione, al netto delle differenza tra Francia e Italia: «i treni ad alta velocità – rappresentano il classico caso di tasse applicate ai poveri per sussidiare i ricchi». In sostanza, il viaggio su treni ad alta velocità registra una prevalenza di utenti pendolari con un reddito elevato. Mentre la generalità di chi ha pagato quei treni con le proprie tasse non potrà servirsi se non sporadicamente del servizio.

Oggi, in una una ventina di giorni il trasporto locale fa tanti passeggeri quanto l'alta velocità in un anno (che, stando alle ultime stime di Trenitalia, dovrebbe attestarsi sui 42 milioni l'anno).

Pendolari per sempre

Sempre nel 2011, un rapporto del Censis rivelava che i lavoratori pendolari italiani (non solo su impiegano in media 72 minuti per gli spostamenti giornalieri di andata e ritorno, ovvero 33 giornate lavorative annue (un mese e mezzo). Il pendolarismo, osservano i ricercatori del Censis, è un fenomeno che si manifesta in prevalenza a livello locale, con spostamenti concentrati in gran parte su percorsi di limitata estensione territoriale. Per quasi l'80% i trasferimenti avvengono fra comuni della stessa provincia. Solo nel 4% dei casi si tratta di tragitti extraregionali. La distanza percorsa è in media di 24 km, e solo il 28% dei viaggiatori pendolari copre giornalmente tratte superiori ai 25 km. Mediamente si impiegano 43 minuti per ciascun tragitto, e solo un terzo degli spostamenti pendolari richiede più di 45 minuti.

In Italia, oggi, secondo il Rapporto Pendolaria 2015 di Legambiente i cittadini che viaggiano in treno sono in rapido aumento. In particolare, quelli che viaggiano su treni a bassa velocità. Ma le differenze fra Nord e Sud del Paese, anche su questo punto, sono evidenti. Sul medio-lungo tragitto, da un lato si registra il “successo” di treni veloci sulla tratta Salerno –Torino –Venezia, dall’altra si assiste alla progressiva riduzione dei treni Intercity spesso riverniciati e trasformati in “frecce” e dei collegamenti a lunga percorrenza su tutte le altre direttrici nazionali (-22,7% dal 2010 al 2014), dove i tempi di viaggio sono rimasti fermi agli anni Ottanta.

Nel 2007 i tragitti Roma-Milano nel 2007 in Eurostar al giorno erano 17, oggi tra Frecciarossa e Italo sono 63, con un aumento dell'offerta del 370%. Molto diversa la situazione per le 120 mila persone che ogni giorno prendono i treni della ex Circumvesuviana, a Napoli, che hanno visto un calo dell’offerta di treni del 30%. Una situazione simile la vive anche chi sui collegamenti nazionali è fuori dai percorsi dell’alta velocità, perché il calo nell’offerta degli Intercity è stata dal 2010 del 19,7% e parallelamente sono calati i passeggeri del 40%.

Dal 2010 al 2015 i tagli al trasporto regionale sono stati del 6,5%, con grandi differenze tra regione e regione ma, si legge nel rapporto di Legambiente, «dentro un quadro in cui diventa ogni giorno più difficile salire su un treno».

Fra il 2010 e il 2015 il taglio ai servizi ferroviari è stato pari al 18,9% in Basilicata, al 26,4% in Calabria, al 15,1% in Campania, al 13,8% in Liguria. Mentre il record di aumento del costo dei biglietti è stato in Piemonte con +47%, mentre è stato del 41% in Liguria, del 25% in Abruzzo e Umbria, a fronte di un servizio che non ha avuto alcun miglioramento.

I dati raccolti da Legambiente attraverso un questionario inviato alle Regioni ci raccontano come ogni giorno, in media, sono 2milioni e 842mila i passeggeri che usufruiscono del servizio ferroviario regionale.

Se poi si considerano coloro che utilizzano il trasporto pubblico nelle più grandi aree urbane, considerando quindi coloro che usufruiscono delle metropolitane presenti nelle 7 città (Milano, Roma, Napoli, Torino, Genova, Brescia e Catania), che sono altri 2,6 milioni, si arriva a un totale di oltre 5,4 milioni di viaggiatori al giorno sul sistema ferroviario regionale e metropolitano, contro i 5,1 milioni del 2014.

Come ha scritto oggi su Repubblica Nicola Lagioia, pugliese e vincitore del Premio Strega 2015: "Che viaggiate a bassa velocità ad Andria come a Gallarate, avrete a che fare con uomini, donne, ragazze e ragazzi i cui volti sono totalmente diversi da quelli che potreste ritrovare in una fiction televisiva, in un reality, in un talent. Sono spesso i corpi e i volti di chi è stato lasciato indietro, di chi lotta con le unghie e con i denti per non essere sbattuto definitivamente fuori dal consesso sociale. (…) La pialla dello sviluppo, che avrebbe dovuto rendere tutti uguali, ha avuto il più imprevedibile (e per certi sensi disastroso) degli arresti. Se volete un bagno di realtà, veniteli a incontrare sui treni che viaggiano lenti”.

In copertina: MARIO LAPORTA/AFP/Getty Images

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