La notizia è sicuramente una novità: l?intera Giunta regionale delle Marche è scesa sui binari a manifestare contro Trenitalia per l?eliminazione di Ancona dalle fermate dei principali collegamenti ferroviari nazionali. Nulla di strano rispetto al tragico disastro che Ferrovie dello Stato sta combinando in questi mesi, minacciando ed attuando il taglio dei treni. Ma la novità, e non di poco conto, è che dal presidente della Giunta regionale in giù, tutte le forze politiche e sociali occupino pacificamente la stazione per dimostrare che così non si può andare avanti.
Altro giro, altra corsa: dal 1° novembre scorso, Trenitalia ha introdotto nuove regole per viaggiare sui treni regionali che collegano due o più regioni. Per complicare la vita ai passeggeri, i nuovi biglietti sono composti da tesserina e da tagliandi autoadesivi del valore del viaggio. Il pezzetto di carta sembra davvero un rebus: il viaggiatore deve segnare a penna le località di partenza e di arrivo e poi incollare i bollini autoadesivi corrispondenti al valore del viaggio. Naturalmente deve anche obliterare. Così, se si compera un biglietto Intercity per andare da Roma a Firenze o da Milano a Torino, e non si riesce a prendere il treno, non è più possibile salire su un interregionale che costa pur molto meno, ma occorre fare un nuovo biglietto e nuovi bollini. E una nuova fila agli sportelli, sempre intasati, per richiedere il rimborso e effettuare il nuovo acquisto.
Ma il peggio non finisce qui. Nei primi giorni di dicembre, dopo le incursioni finora a vuoto contro il governo per ottenere continui aumenti dei biglietti ferroviari in cambio del nulla, l?amministratore delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, annuncia una nuova ondata di aumenti. Rincari del 15% da gennaio 2008, dopo il 10% di quest?anno. Appunto, in cambio del nulla e, quindi, aumenti illegittimi.
Trattandosi di servizio di pubblica utilità, svolto comunque in regime di monopolio, vige un sistema di prezzi controllati: gli aumenti annuali non possono superare, senza autorizzazione del ministero dei Trasporti, il livello previsto dalle delibere del Cipe del 1996 e del 1999. Quindi, l?eventuale delibera adottata sarà impugnata davanti al Tar.
La normativa vigente subordina qualsiasi aumento a rendere pubblici gli esiti delle verifiche effettuate sugli standard di qualità, ma la qualità non sembra all?ordine del giorno di Trenitalia che sollecitata dalla nostra campagna Diritti sui binari proprio su questo tema, semplicemente finora ha ritenuto di non rispondere. Ribadiamo, quindi, che impugneremo eventuali aumenti davanti al Tar.
E intanto aspettiamo che arrivi la class action…
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