Politica

Tremonti: tornare al posto fisso

L'uscita del ministro dell'Economia accende il dibattito. Le reazioni di Polverini, Angeletti ed Epifani

di Redazione

In questi ultimi anni «abbiamo visto il passaggio dal posto fisso a quello variabile, mobile, ma io non credo che la mobilità sia di per sè un valore». È quanto sostiene il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, nel corso del suo intervento ad un convegno organizzato dalla Bpm sulla partecipazione dei lavoratori nell’azionariato d’impresa. Secondo Tremonti «in strutture sociali come le nostre, il posto fisso credo sia la base su cui si possa organizzare il tuo progetto di vita, la tua famiglia. La variabilità del posto di lavoro, l’incertezza, l’immobilità, per alcuni sono un valore – ha concluso il ministro – ma per me, onestamente, no».

«Questo Paese ha meno bisogno della cogestione e più bisogno della compartecipazione da parte dei lavoratori nelle imprese».  Secondo Tremonti «la cogestione, come nascita di figure imprenditoriali miste, mi sembra meno positiva, mentre credo sia più positiva l’informazione sulla gestione dell’impresa. Un conto però è avere informazioni sulla gestione, un conto avere la corresponsabilità in un ibrido imprenditoriale». «Il meccanismo compartecipativo – prosegue Tremonti – può anche avere forme diverse. Quando hai, ad esempio, un favore fiscale sulla detassazione degli straordinari, identifichi già il nucleo di partenza di una diversa logica contrattuale”.

 

Le reazioni

«Il ministro Tremonti sposa in pieno le nostre idee. L’auspicio è che questa convinzione possa tradursi in un’azione di governo». Ad affermarlo in una nota è il segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini. La mobilità, aggiunge, “complica la costruzione di un percorso di vita per tanti lavoratori, soprattutto giovani e donne, e la crisi ha visto in difficoltà i precari che hanno perso il lavoro trovandosi senza tutele. Accanto alla garanzia di una protezione sociale, è importante, forti anche della delle parole del ministro, che si riporti la flessibilità sui binari di una stabilizzazione occupazionale”.

«Ho fatto un sogno all’incontrario, dove i poveri erano ricchi e i ricchi diventavano poveri, e dove io comunista mi trovavo a dar ragione al ministro dell’Economia Tremonti. Ieri il segretario del Pd Franceschini ha chiesto scusa alle imprese, e oggi il liberista Tremonti inneggia al posto fisso. Dove andremo a finire? Ho depositato in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per tornare al posto fisso che verrà presentata sabato 24 alle 15 al centro congressi Frentani a Roma. Fatti e non chiacchiere». Lo ha dichiarato Marco Rizzo, ex deputato del Pdci e oggi segretario nazionale Comunisti Sinistra Popolare.

«lo farei fare a Confindustria». Così il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, al termine di un convegno organizzato dalla Bpm sulla partecipazione dei lavoratori all’azionariato di impresa, commenta l’intervento del ministro dell’Economia, il quale ha speso parole in difesa della Costituzione e del posto fisso di lavoro.

«So che la cosa può non fargli piacere ma è come se fosse un nostro iscritto». Così il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, commenta le parole del ministro dell’Economia Giulio Tremonti

«Il ritorno di Giulio Tremonti alle sue radici socialiste non può che essere salutato con favore ma eviti di prendere nuovamente in giro gli italiani con la sua brillante idea del posto fisso”. Lo dice Francesco Boccia, deputato del Pd, secondo il quale «il ministro dell’Economia potrebbe fare una bella cosa: invece di istituire improbabili e inutili Banche del Sud, a meno che non voglia assumere lì i giovani meridionali secondo il suo nuovo credo del lavoro a tempo indeterminato, ripristini il credito d’imposta automatico alle imprese, per ammodernare i macchinari, migliorare la produzione e assumere davvero i giovani disoccupati». E di folgorazione in folgorazione, aggiunge l’esponente del Pd, «il ministro potrebbe anche spostare 10 miliardi di Euro dei fondi Cassa Depositi e Prestiti Tremonti, per finanziare un fondo di garanzia per il credito a breve termine per tutte le imprese in crisi che oggi rischiano di espellere dal mondo del lavoro migliaia di lavoratori». Solo così, conclude Boccia, «le sue riconversioni potranno avere un fondamento di verità e soprattutto di serietà. Viceversa, anche queste giornate passeranno alla storia, già molto ricca, della propaganda tremontiana».

 


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