Economia

Tremonti non sdebita. Nella Finanziaria stop all’azzeramento?

Debito Paesi poveri. L’Italia a marcia indietro. Dopo la cancellazione dei crediti verso il Mozambico, l’articolo 42 della legge di bilancio rimette in discussione tutto.

di Benedetta Verrini

Azzeriamo il debito dei Paesi più poveri. Anzi, forse. Suona più o meno così l?articolo 42 della Finanziaria: un breve passaggio legislativo, appena tre frasi che rischiano di togliere contorni certi agli impegni presi dall?Italia in campo di azzeramento del debito dei Paesi più poveri. «E per ?contorni certi? parliamo di 12mila miliardi delle vecchie lire, debiti che dovevano essere cancellati entro giugno 2004», spiega Luca De Fraia, responsabile strategie di Azione Aiuto che, insieme ai responsabili della campagna Sdebitarsi, in queste ore ha lanciato l?allarme. «La Finanziaria elimina questa indicazione quantitativa e temporale», prosegue, «non ci sono più riferimenti agli importi minimi e massimi da cancellare, e si parla di ?annullamento progressivo? in relazione alle intese internazionali multilaterali e bilaterali e ?alle esigenze di finanza pubblica?». Insomma, l?articolo 42 interviene ?a cuore aperto? sulla legge 209/2000 (approvata all?unanimità e con grande enfasi dal Parlamento), proprio mentre il primo anno di applicazione (ottobre 2001-ottobre 2002) dimostra la sua efficacia: un miliardo di euro di debito cancellati, tra gli altri, a Guinea, Benin, Mozambico, Etiopia e Bolivia. «Trovo sgradevole che una modifica di questa portata alla legge 209 sia stata fatta senza trasparenza e inserita in Finanziaria, quando avrebbe richiesto un dibattito più specifico», rincara la dose Riccardo Moro, direttore della Fondazione Giustizia e solidarietà della Cei. «Se andrà in porto, il Parlamento non avrà più gli strumenti per impegnare alla sua applicazione il governo, che potrà sempre giustificarsi con avverse ?esigenze di finanza pubblica?. Ma diciamo la verità», continua, «le condizioni dei popoli dei Paesi indebitati sono così drammatiche e le somme da cancellare così piccole rispetto al nostro sistema economico, che la cancellazione immediata resta un atto doveroso». Moro aggiunge che in questi giorni il primo Paese che ha beneficiato della cancellazione del debito, la Guinea Conakry, sta per vedere i risultati concreti. Entro dicembre, infatti, sarà ufficialmente siglato l?accordo applicativo e i soldi che il governo guineano non restituirà all?Italia finiranno in un Fondo di contropartita (cui affluiscono anche le risorse raccolte attraverso la Campagna giubilare sul debito), che finanzierà progetti di sviluppo. «Di fronte a risultati così incoraggianti, vorrei pensare che questo articolo sia un incidente di percorso, una svista, un errore da parte del ministero delle Finanze», prosegue Moro, «e resterei davvero sorpreso se il Parlamento lo approvasse senza dibattito o reazioni». Da questo punto di vista, la Campagna Sdebitarsi è già in piena attività: manderà un appello a tutti i parlamentari, perché si arrivi alla soppressione dei passaggi ?incriminati? dell?articolo 42. E non solo: martedì i coordinatori della Campagna hanno incontrato il senatore Francesco Martone (Verdi), in veste di rappresentante del Tavolo interparlamentare sul debito. «Se alla Camera i tempi sono ormai stretti per fare azioni incisive, non dimentichiamo che il disegno di legge sulla Finanziaria deve ancora passare al Senato», spiega Martone, «e per questo stiamo predisponendo un?audizione delle Campagne coinvolte, presso la commissione Esteri, in modo da aprire un dialogo con la maggioranza». Nonostante l?allarme e la preannunciata battaglia parlamentare, sul fronte governativo emergono segnali di distensione da parte del sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica. Appena rientrato da un viaggio in Tanzania proprio per siglare gli accordi di cancellazione del debito con il governo locale, ricorda che «l?Italia è l?unico Paese tra i partner europei che finora ha azzerato sia i crediti di aiuto che quelli commerciali». E assicura che «resta la volontà politica, anche da parte del ministro degli Esteri, di proseguire sulla strada dell?azzeramento del debito».


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