Politica

Tremonti indietro tuttabSolo spiccioli per l’ambiente

finanziaria ai raggi X Che filosofia si nasconde dietro i numeri?

di Redazione

Energie rinnovabili, risparmio ed efficienza energetica. Per l’esecutivo solo materie in cui tagliare. Così, su oltre 33 miliardi
di manovra, rimangono solo 819 milioni.
Invece, sul nucleare…
S ulle scelte energetiche con la legge Finanziaria 2009 si volta pagina. Non tanto perché, come vedremo, assistiamo allo sfoltimento delle misure innovative relative al risparmio, all’efficienza energetica e alle fonti alternative avviate dal governo Prodi, quanto perché si individuano strumenti e si pongono solidi presupposti istituzionali al rilancio del nucleare ( vedi articolo a pagina 7 ). Una scelta assai discutibile per motivi non solo ambientali, in un periodo di transizione molto delicato per il Paese, in cui la scarsezza e la volatilità delle risorse economico-finanziarie pubbliche e private caratterizzerà i prossimi anni.
Ma anche l’impegno in campo ambientale conta e non pare sufficiente. Sull’ammontare complessivo della legge Finanziaria 2009 (33,6 miliardi di euro) a questa voce vengono date ancora le briciole: 819 milioni di euro, equivalenti al 2,4% delle risorse. Questa percentuale si raggiunge solo se si calcolano tutte le voci del comparto ambientale (tutela dell’ambiente terrestre e marino, interventi in campo energetico e per l’attuazione e del Protocollo di Kyoto), quando, per dare un altro parametro di confronto, alle sole infrastrutture strategiche (autostrade e tratte ferroviarie ad Alta Velocità), energivore e ad elevato impatto ambientale, dalla manovra 2009 vengono destinati 2 miliardi 336 milioni di euro, equivalenti al 6,8% all’ammontare complessivo delle risorse in essa contenute.
È in questo quadro di progressiva ritirata dagli impegni ambientali che si inseriscono i tagli delle misure in campo energetico assunte con le leggi Finanziarie del 2007 e del 2008 del governo Prodi. Nel disegno di legge sulla Finanziaria 2009 in discussione al Parlamento, il governo Berlusconi propone così di decurtare: 11 milioni 400mila euro (da 50 milioni a 38 milioni e 600mila euro) dagli interventi per l’efficienza energetica e la riduzione della fornitura energetica per finalità sociali; 3 milioni e mezzo di euro (da 15 milioni a 11,587 milioni) dagli incentivi per il risparmio energetico. Nel contempo, nelle disponibilità del ministero dell’Ambiente, nel Bilancio 2009 di questo dicastero viene ridotta di oltre 9 milioni e mezzo (da 40 milioni a 30,899 milioni) la dotazione del Fondo per la promozione dell’efficienza, del risparmio energetico e per le energie alternative e cancellati i 5 milioni di euro destinati alla piattaforma italiana per lo sviluppo delle tecnologie dell’idrogeno e delle celle a combustibile. L’unica notizia positiva indiretta è che viene mantenuto l’impegno di 200 milioni per il Fondo rotativo per l’attuazione del protocollo di Kyoto.

Il grande ritorno
Ma elemento cardine della conversione energetica per il governo in carica è il rilancio del nucleare. Nel decreto legge e nel disegno di legge sugli interventi energetici in discussione in Parlamento vengono costruite le fondamenta del futuro nucleare dell’Italia da realizzare attraverso: una conferenza e un piano nazionali su energia e ambiente che abbiano al centro il rilancio dell’energia nucleare; una delega al governo per individuare strumenti normativi e operativi per la localizzazione delle centrali nucleari e del sito di deposito per le scorie radioattive; la militarizzazione degli impianti e dei siti; la creazione di un’Agenzia ad hoc che sostituisca l’Enea. Questo il disegno di un’Italia, gigante (è ancora così?) con i piedi di argilla.


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